Il tema è al centro di un’esposizione visitabile fino ai primi di ottobre
Hohenems – Dio ha un lato femminile? La domanda si pone fin dal primo capitolo del primo libro della Bibbia, dove si dice: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò. Maschio e femmina li creò”.
Il museo ebraico di Hohenems, cittadina del Vorarlberg, pone una questione di sicuro interesse per le religioni monoteiste. Il Dio della tradizione ebraica, cristiana e islamica, il Dio unico, spesso rappresentato (almeno mentalmente) con sembianze maschili, può essere concepito diversamente? Ha un lato femminile? Il tema è al centro di un’esposizione visitabile fino ai primi di ottobre, intitolata “Die weibliche Seite Gottes – The Female Side of God”, allestito in collaborazione con il Museo Ebraico di Francoforte e il Museo della Bibbia di Washington.
La mostra getta uno sguardo critico alle fonti che tramandano l’idea del Dio unico e alle immagini del femminile nella tradizione religiosa. Presenta tentativi storici alternativi, spesso nascosti o occultati, di presentare la concezione del divino. La possibilità di una lettura di Dio al femminile è rintracciabile nella Bibbia ebraica, negli scritti apocrifi e nella letteratura rabbinica. Vive in modo esplicito soprattutto nella mistica ebraica ed è tornata in auge nel secolo scorso, non da ultimo attraverso la pratica di vita di donne ebree, cristiane e musulmane e nel lavoro di artiste che hanno superato i canoni consolidati nel trattare i temi della sessualità e della santità.
Nell’antico Oriente le divinità femminili erano percepite il più delle volte come strettamente connesse a partner maschili. Il divieto di rappresentare Dio ha impedito l’attribuzione a Dio stesso di un’appartenenza di genere. Nella tradizione cristiana in particolare di Dio è data storicamente un’immagine al maschile.
La mostra indaga la concezione del femminile e come essa fu usata come antitesi negativa al maschile e propone le riflessioni di donne ebree e non ebree che hanno cercato e cercano la dimensione femminile di Dio, partendo da quanto il libro della Genesi racconta della creazione dell’uomo.
Il Museo ebraico fa memoria della comunità ebraica di Hohenems e dei suoi molteplici contributi allo sviluppo della regione del Vorarlberg e della zona alpina. Si occupa della realtà attuale dell’ebraismo in Europa, tra diaspora e migrazione. In questo arco temporale si colloca proprio la fine della comunità di Hohenems, scomparsa a causa del nazionalsocialismo, dall’antisemitismo, dall’espulsione e dalla deportazione. Fu proprio da Hohenems che alcune famiglie giunsero a Merano, nella prima metà dell’Ottocento, a fondare la locale comunità ebraica.
Oggi gli ebrei originari di Hohenems vivono tutti altrove, ma considerano il museo come archivio e luogo depositario delle loro memorie. Vengono regolarmente organizzati incontri con i discendenti e una banca dati genealogica ha consentito al museo di stabilire una rete di contatti con le famiglie degli eredi degli ebrei di Hohenems in tutto il mondo.
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