Natale, il presepe di don Zappolini: “Il Papa piange… Chi vende armi se la gode”

“Il Papa piange… Chi vende armi se la gode!”. Riprende le parole di pace di papa Francesco il presepe che don Armando Zappolini, ex presidente del Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), ha creato nella sua chiesa di Ponsacco, in provincia di Pisa, per Natale.

Le immagini del presepe sono state postate dal Cnca sui suoi canali social. “La guerra – scrive il Cnca – non è la soluzione dei problemi. La guerra è il problema”.

Il Natale, riporta il Cnca, “oggi più che mai deve scuote non solo le coscienze, ma anche il cuore di un attivismo cattolico da tempo sopito”. “Non è più il momento di tacere, bisogna affrontare il periodo storico che stiamo vivendo senza ipocrisie – scrive il Cnca -, senza dimenticare o ignorare le cause delle ingiustizie e dei conflitti. Don Zappolini non le ha mai mandate a dire: i suoi famosi presepi ‘sociali’ sono diventati negli anni una tradizione attesa e sempre centrata su temi attuali e controversi”.

Poche cose sono attuali in questo 2022 quanto la guerra, tornata al centro delle cronache europee dopo l’aggressione di Putin all’Ucraina del 24 febbraio. “Una guerra – scrive il Cnca – dietro la quale aumentano gli interessi economici dei fabbricanti di armi”.

Sopra il presepe creato da don Zappolini insieme ai suoi parrocchiani, compare un ironico menu di Natale, “che sciorina i soldi guadagnati dal mercato delle armi, facendo nomi e riferimenti”.

“La guerra e le guerre del nostro tempo – dice don Armando Zappolini – manifestano lo strapotere delle lobbies delle armi, che non viene turbato da niente e nessuno”.

Neppure dalle lacrime del Papa, che danno il titolo al presepe. “Si va avanti senza alcun rimorso, calpestando la sofferenza delle persone”, continua Zappolini.

Al centro del presepe sta il Bambino, avvolto nella bandiera della pace, che, secondo il Cnca, “rappresenta la frontiera che i cristiani devono presidiare”.

“I cristiani – conclude Don Armando Zappolini – non possono restare in silenzio, non si possono far omologare da questa verità drogata. Le parole del Papa e, soprattutto le sue lacrime, non possono lasciarci indifferenti!”.

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