Quando l’alternativo fa male alla persona

Nel nuovo libro di don Giuseppe Mihelcic sulle “terapie energetiche” un'analisi delle autoguarigioni fra magia e spiritismo

Non è tutt'oro quanto luccica nel terreno impervio della ricerca esistenziale e spirituale orientata ad un comprensibile ma spesso ingannevole benessere psichico e fisico. Don Giuseppe Mihelcic, docente di storia e teoria delle religioni allo Stat e parroco del Santissimo di Trento, coltiva da anni studi approfonditi nel campo delle medicine e delle terapie definite, spesso enfaticamente, come alternative e necessariamente efficaci.

Esce in questi giorni il suo ultimo lavoro dedicato a “Le terapie energetiche”, per i tipi della Dario Flaccovio Editore con il quale lo scorso anno aveva pubblicato “Religiosità e medicina alternativa”. In quel volume aveva preso in esame varie terapie non convenzionali come pranoterapia, radiestesia, reiki, piramidologia, cristalloterapia, mentre in questo libro si sofferma su altre terapie energetiche. Con metodo rigoroso e linguaggio divulgativo, Mihelcic illustra e descrive ad uno ad uno, sulla base di una ricca bibliografia, i fondamenti e i principi base di ognuna di queste tecniche, segnalando fraintendimenti, aspetti problematici e riferimenti filosofici celati dietro alla singola metodica. Si vuole far chiarezza in particolare su contratto terapeutico, pranic healing, cromoterapia e altre terapie.

La prospettiva è quella del “vedere, giudicare ed agire” sulla base quindi di una conoscenza obiettiva e di una valutazione che, pur tenendo conto ancora delle potenzialità inesplorate e ancora misconosciute del corpo umano (come dimostrano gli studi recenti delle neuroscienze), riesca a smascherare quelli che sono autentici trucchi o illusioni, ammantati di spiritualità e spesso condotti con finalità commerciali o lucrose.

Non a caso i lavori di don Mihelcic appartengono alla collana del Gris (Gruppo di Ricerca Nazionale su religioni e religiosità alternativa), del quale egli è membro: l'intento non è la condanna della scienza o delle scienze e non c'è un pregiudizio verso il progresso che la medicina, anche quella alternativa, sa offrire in armonia con il progetto di Dio che vuole il bene dell'uomo.

C'è una frase di Calvino che rende bene la prospettiva culturale in cui intende operare Mihelcic: “Il territorio che il pensiero laico ha sottratto ai teologi è sul punto di cadere in mano ai negromanti”. Come scrive mons. Giulio Viviani, direttore dello Stat, all'inizio del volume, “l'autore è sempre ben documentato. Non fa teorie o chiacchiere a buon mercato, cita autori e testi rivelandone un approfondita conoscenza e spulciando con acribia scientifica i fondamenti e le teorie e le prassi tipicamente contrarie alla fede cristiana”.

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