Malé è passato da Maleto del 1250 a Maletum di inizio 1300 per diventare definitivamente Male nel 1546. Deriva dal latino Maletum collettivo di Malus, cioè “melo” e quindi “campo, terreno coltivato a meli”.
Lo stemma è stato riconosciuto nel settembre del 1929 e allude al toponimo Maletum. Su scudo in argento raffigura una pianta di melo con radici (particolare che simboleggia una forza propria, autonoma) e quattro rami in doppia croce di S. Andrea recanti in tutto otto mele e dieci foglie. È privo di ornamenti esteriori. Da ricordare che nel diploma di riconoscimento araldico del 1895 non si considera che Malé ebbe il rango di borgata. E quindi è privo delle pusterle arcate d’oro nella corona murale. Tra tutti i comuni trentini che hanno nello stemma un albero quello di Malé è l’unico che porta i rami decussati, cosa che lo fanno derivare dallo stemma dei nobili della Rovere.
La chiesa del 1183 è dedicata all’Assunta. Fu devastata più volte da incendi. Malé è il centro politico, economico, amministrativo e culturale della Valle di Sole. Sede di comprensorio, pretura, decanato e del Museo della Civiltà Solandra. L’economia si regge sul commercio (allevamento e frutticoltura), sull’industria e artigianato e negli ultimi decenni sempre più sull’attività turistica estiva e invernale.
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