Da quest'anno oltre ad un altoatesino anche tre giovani bellunesi studiano a Trento. Una collaborazione sottolineata dai tre vescovi all'avvio dell'anno
In un clima raccolto e quasi familiare la comunità del Seminario ha vissuto nel pomeriggio di giovedì 13 ottobre l'inaugurazione dell'anno seminaristico all'insegna della collaborazione fra le diocesi di Trento, Bolzano-Bressanone e Belluno-Feltre. Da quest'anno infatti fra i 13 seminaristi, oltre ad un giovane di Bolzano-Bressanone, ci sono anche tre studenti del seminario di Belluno-Feltre. “Abbiamo realizzato con questo cammino comune un sogno che sfocia da una storia condivisa e dalla stessa passione pastorale” ha sottolineato il vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangon, mentre il vescovo altoatesino Ivo Muser ha ringraziato la comunità dei formatori trentini (una trentina i docenti, preti e laici) guidata dal rettore don Tiziano Telch.
L’arcivescovo Lauro Tisi ha voluto rimarcare che il convergere dei tre seminari non è stato “frutto di una pianificazione pastorale”, ma “ce la siamo trovata fra le mani come dono della Provvidenza attraverso i rapporti di amicizia e di comunione, in uno scambio sereno che arricchisce reciprocamente le Chiese locali”. E fra le ricchezze nominava anche le famiglie e i parroci dei seminaristi, presenti in gran numero nella chiesa del Seminario, ma anche il gruppo degli educatori (un pensiero a don Lorenzo Zani che ha concluso il suo servizio, sostituito da don Ferruccio Furlan come padre spirituale) e gli arcivescovi emeriti: da mons. Luigi Bressan, presente all'Eucaristia, al bellunese Andrich e all'altoatesino Golser, “una ricchezza ulteriormente impreziosita dal valore della sofferenza”.
Tisi era partito nel suo saluto da un'immagine di don Livio Botteri, l'anziano prete trentino i cui funerali si erano tenuti in mattinata, che descriveva i cristiani come “piccoli pianeti che girano attorno a Cristo, sole di giustizia” e “diventano figli della Sua luce”, capaci di “scoprire i doni e le risorse degli altri”. “C'è una bellezza segreta che disegna i nostri volti e le nostre storie – commentava Marangon prendendo spunto dalla Parola, invitando i giovani il coraggio della libertà di ricevere e accogliere l'Amore con il quale potete gratificare chiunque vi incontra”.
La fiducia nell'azione di Dio diventa la direttrice del camminare insieme fra le diocesi, che passa anche dallo stare insieme, “dal ridere un po'insieme” e dallo stimarsi a vicenda, come diceva ancora don Lauro.
Prima della Messa è stato anche benedetto il giardino del seminario dopo i lavori di sistemazione, curati dall'arch. Antonio Marchesi, che hanno portato anche al rinnovo della storica grotta mariana, risalente ai primi decenni del secolo scorso: significativa la presenza di alcuni preti anziani della vicina Infermeria che da giovani seminaristi si trovavano a pregare in quello stesso luogo. Nell'occasione è stato anche salutato il nuovo amministratore del Seminario Franco Debiasi che sostituisce Bernardi, ringraziato per gli anni di generoso servizio.
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