In tutte le norme della Provincia ora dovrà apparire la parola “disabilità” anziché “handicap”. Questa mattina è stato approvato all’unanimità dalla IV Commissione il disegno di legge 99 proposto dalla consigliera Vanessa Masè (La Civica).
Il “sì” al disegno di legge è arrivato dopo le audizioni effettuate dall’organo consiliare presieduto da Claudio Cia (Fratelli d’Italia) e un emendamento tecnico suggerito dall’assessora provinciale Stefania Segnana.
Il vicepresidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti Giuliano Beltrami ha plaudito al ddl, “che mostra come in questo caso le parole siano sostanza”. “L’handicap in sé – ha aggiunto – non esiste. Esistono invece la disabilità, il deficit, la mancanza, mentre il termine handicap erige barriere che danneggiano le persone più fragili”.
Sono intervenuti per AbilNova il direttore Ferdinando Ceccato e la responsabile dell’area scuola Roberta Zumiani. Ceccato ha sottolineato l’importanza di questo ddl che “costituisce un bel passo in avanti – ha detto – verso un restiling delle norme provinciali in materia di disabilità in Trentino”. Zumiani ha condiviso l’apprezzamento espresso da Beltrami e Ceccato anche perché il ddl corrisponde a quanto chiede l’Oms: mettere al centro dell’attenzione la persona.
La presidente di HandiCrea Graziella Anesi ha ringraziato per la modifica, “perché le parole hanno importanza”, ha detto, aggiungendo che “non è vero che una vale l’altra, perché con le parole si crea cultura. Le persone con disabilità erano considerate infelici. E anche la definizione ‘diversamente abili’ era quanto mai fantasiosa. Usare il termine disabilità è più rispettoso nei confronti di tutte queste persone. Fa piacere inoltre notare che c’è da parte del Consiglio provinciale la disponibilità all’ascolto per apportare modifiche e migliorie alle leggi”.
Anesi ha rinnovato anche la disponibilità di HandiCrea a “contribuire per un aggiornamento anche di altre normative, ad esempio in materia di barriere architettoniche. In ogni caso – ha concluso – questo ddl è significativo perché porta all’adozione di un linguaggio comune“.
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