Nessun chiusura in diocesi; al convento di Mezzolombardo avrà sede il Noviziato
A Pergine hanno ricevuto il saluto riconoscente della comunità, al santuario delle Grazie anche quello dell’Arcivescovo sceso ad Arco per la natività di Maria Santissima. Sono numerosi i francescani trentini che in questi giorni cambiano sede di servizio a seguito della riorganizzazione territoriale dell’Ordine: altri religiosi provenienti da altri conventi del Nord’Italia prenderanno il loro posto. E’ una piccola “rivoluzione” – preparata nel tempo e concordata a seguito delle mutate esigenze pastorali – nella storia secolare della presenza francescana che in Trentino comincia fin dal 1221, quando Francesco era ancora vivo, e aveva visto nascere la Provincia trentina nel 1643 dopo la separazione da quella veneta.
Risale allo scorso 16 maggio l’ufficializzazione della costituzione della nuova Provincia con il titolo “Provincia S. Antonio di Padova dei Frati Minori”, che racchiude le 6 Province francescane del Veneto Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria e Trentino. “Questo nuovo ambito – ci spiega volentieri padre Saverio Biasi, già vicario episcopale per la vita religiosa, ora trasferito da Arco all’Istituto San Bernardino di Verona – ha comportato la necessità di un interscambio di frati nei vari luoghi superando i confini delle ex Provincie religiose e così avviare un processo di nuova Fraternità. Quindi il criterio fondamentale è quello di una maggior conoscenza tra noi frati e, attraverso la diversità di provenienze, ravvivare anche la testimonianza evangelica sul territorio”.
Va anche sottolineato che per il Trentino non ci sono state chiusure di case in questa fase, ma un avvicendamento di confratelli; in particolare le novità principali sono il trasferimento dell’accoglienza vocazionale fuori diocesi e l’apertura della casa di Noviziato presso il convento di Mezzolombardo.
“L’attuale momento storico, che vede il calo delle vocazioni, ha richiesto un ripensamento nell’organizzazione della vita fraterna – sottolinea ancora padre Saverio – affinché questa sia significativa e non sia costretta a gestire delle emergenze. Il futuro è nelle mani di Dio, ma noi siamo chiamati ad un costante discernimento dei segni dei tempi: quanto operato in questi giorni, va in questa direzione. Sicuramente, se non vi sarà una ripresa vocazionale saremo costretti a ulteriori tagli nelle nostre presenze”.
Ai francescani in partenza (alcuni dei quali da molti anni in Trentino) il grazie della diocesi: benvenuti invece a quanti arrivano a servizio della Chiesa di San Vigilio.
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