Bianca sta giocando nel mondo di fantasia che si è creata nella sua bianca cameretta, un mondo bianco in cui tutto è bianco. Pian piano la fantasia diventa sogno e le pareti della stanza si aprono sulla vastità dell’ambiente bianco che c’è fuori. Ad un certo punto inizia il ritorno e alla fine del suo viaggio Bianca rientra nella conosciuta bianca intimità della sua casa dove tutto sembra essere rimasto uguale.
Questa è, più o meno, la storia di Bianca (Kite, 2022, età 8+), una narrazione difficile da riassumere in poche parole valide per tutti. Bianca, infatti, è molto di più. Il testo e le immagini lasciano grande spazio alla sensibilità del lettore. Come in un labirinto bianco, più si va avanti più ci si perde. È il racconto di un indefinito viaggio a cavallo tra realtà e visione, un’esperienza unica creata dalle parole che giocano con le immagini, dando origine ad un progressivo spaesamento per la contrapposizione che c’è tra ciò che si legge e ciò che si vede. Uno smarrimento piacevole a cui abbandonarsi, lasciandosi trasportare dalle emozioni senza volerne dare interpretazione razionale. L’effetto d’insieme è quello di una spirale che continua a girare su se stessa tornando continuamente allo stesso punto con piccole variazioni, finché, alla fine, si scioglie e rivela che, probabilmente, tutto non è stato altro che un sogno.
Parole, illustrazioni e tenui colori in progressiva intensificazione aleggiano sulle pagine e nella mente del lettore come in un vortice, in cui le tinte sembrano fare da contraltare sensoriale alla parola “bianco” ripetuta oltre novanta volte nell’intero libro. Il sottile confine tra sogno e realtà è continuamente oltrepassato e tutto è allo stesso tempo reale e sognato, e bianco: la bambina, la casa, i giochi, il gatto, il giardino, il mare, il cielo… è come se Bianca, nella sua ingenuità di bambina fosse incapace di distinguere bene la realtà dalla fantasia, dal bellissimo sogno che sta facendo. E così è anche per il lettore che la segue. Un libro interessante, originale, visionario, che fa fare esperienza di bellezza, di quella bellezza pura che ispira la parola “bianco”.
Alla potenza poetica e ripetitiva, quasi ossessiva, del testo si somma la concreta delicatezza delle illustrazioni, che ben interpretano la vertigine che si prova girando le pagine e osservando il bianco reso nella sua essenza di colore che contiene tutti i colori: per questo tutto è bianco e allo stesso tempo tutto non lo è, come la neve stessa può non esserlo. Poesia pura, ode all’immaginazione e al sogno. Per chi non si lascia scoraggiare dalla prima lettura, ma si fa prendere da tutto ciò che le pagine di un libro come questo possono rivelare.
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