Inflazione, a tavola si spendono 650 euro in più. Coldiretti: “In difficoltà tutto l’agroalimentare”

Foto Giuseppe Michelon

Le famiglie italiane spenderanno 650 euro in più per imbandire la tavola durante l’anno per l’aumento esplosivo dei costi energetici, trainato dalle bollette del gas: questa la stima di Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione a settembre, che evidenziano un aumento dell’11,5% per i beni alimentari.

“Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi – dove più di 1 azienda agricola su 10 è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari”.

In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

L’aumento della dipendenza alimentare dall’estero spinge i rincari: nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%), aprendo la strada anche al rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno

“Nell’immediato – aggiunge quindi Barbacovi – bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. Occorre anche lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

Note sono le analisi di Coldiretti sull’aumento dei prezzi dei beni alimentari. In cima alla classifica, con un +60,5%, ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori.

Al secondo posto c’è il burro in crescita del 38,1% e al terzo la margarina (+26,5%). Seguono il riso con un +26,4%, spinto anche dal crollo della produzione nazionale a causa della siccità, e il latte uht (+24,5%), davanti a farina (+24,2%) e pasta (+21,6%) proprio nel momento in cui nelle campagne si registrano speculazioni sul prezzo del grano con forti e ingiustificati cali dei compensi riconosciuti agli agricoltori.

Secondo Coldiretti, crescono del 18,4% e del 18,2% anche lo zucchero e i gelati, con la verdura fresca a chiudere la top ten degli aumenti a +16,7%, peraltro con un impatto pesante sui consumi di ortofrutta degli italiani.

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