Cracovia – 1° agosto 2016. Dopo il diluvio del giorno precedente, la pioggerella che accompagna i pochi passi verso la chiesa del Sacro Cuore ha un fresco sapore e invita a raccogliere i pensieri di una settimana vissuta intensamente. Gli sguardi stanchi, il passo che si trascina lento, quasi a volersi fermare, a voler fissare quelle giornate, quegli attimi, quei sorrisi, quegli incontri. Per riportare tutto a casa, perché , come ha detto Francesco, “la GMG comincia oggi e continua domani, a casa, nella vita di ogni giorno".
Che magari potrà sembrare grigia e monotona, senza applausi, cori e bandiere. "Ma ricordatevi che questi sette giorni vi hanno rinforzato dentro", dice ai giovani il vicario don Marco Saiani, durante l'omelia delle Messa finale. "Milioni di persone sono converse qui, ora divergono verso tutto il mondo; che questa settimana sia ossigeno, carica e forza interiore per voi e per il vostro impegno personale. L'ha detto anche il Papa: non diventate ragazzi divano. In una società che vi vuole parte del sistema, non smettete di pensare, cogliendo il valore grande della vita".
Alla GMG, spiega don Marco, si arriva per motivi diversi: perché si fa parte di un gruppo parrocchiale, per amicizia, perché ci hanno detto che è un' esperienza da provare. "La Giornata Mondiale dei Giovani vuole essere un aiuto alle fede, perché – come ci ha spiegato anche il vescovo Lauro nella sua omelia in Duomo, prima della partenza- della nostra vita possiamo fare quello che vogliamo se Gesù è la nostra guida". La Chiesa, aggiunge ancora il vicario, ha portato la GMG in tutto il mondo. "È l'opportunità – dice ai giovani in attento ascolto – di incontrare le altre comunità cristiane, intessere rapporti, vedere come vivono la loro fede in Cristo".
E poco importa se la lingua può rappresentare un ostacolo. L'incontro con l'altro arricchisce, unisce, sempre. E al termine della Messa, si tramuta nel lungo applauso che i seicento trentini tributano ai giovani volontari polacchi che, quasi con timidezza, sfilano davanti all'altare. Hanno lavorato sodo, in silenzio, mostrandoci con pratica semplicità quanto sia ospitale questa terra. "Il grazie è per voi trentini – la risposta commossa al lungo battimani – per la vostra presenza, la vostra felicità, la vostra testimonianza di gioia".
Caricati i bagagli, c'è ancora il tempo per un ultimo selfie, un ultimo abbraccio, gli auguri di buon viaggio. Poi, uno dopo l'altro, i pullman accedono i motori e si mettono sulla strada. Riportando tutto a casa.
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