Si inaugura oggi, 26 settembre, alle 18 allo Spazio Foyer in via Galilei a Trento la mostra Narrazioni contemporanee 2 del giapponese Yuji Hiratsuka. Vincitore del Festival internazionale di incisione 2021, questo artista si distingue senza dubbio per le vivaci stampe su carta giapponese, la precisa e sapiente tecnica capace di mettere in dialogo il bianco e il nero con un’ampia gamma di colori. È possibile tornare ad apprezzare i suoi lavori – esposti con successo di pubblico nella mostra Narrazioni contemporanee lo scorso maggio sempre allo Spazio FoyEr – dal 26 settembre al 7 ottobre. Vernice oggi, lunedì 26 settembre, alle 18. Vengono proposte ora opere di grandi dimensioni.
Se a un primo sguardo le acqueforti di Hiratsuka portano alla mente le tradizionali stampe giapponesi per quanto riguarda la maniera e i vivi colori utilizzati, allo stesso tempo richiamano con evidenza riferimenti alla contemporaneità. Sono opere che raffigurano ad esempio telecomandi, smartphone, confezioni di spaghetti come pure scarpe dai tacchi a spillo, come in I Still Can read Your Face (2020), dove un’elegante figura di donna in kimono è colta durante una partita a carte con una ragazza in abiti moderni.
I suoi soggetti, prevalentemente femminili e mescolati ad elementi naturali, sono carichi di riferimenti metaforici. «Sebbene i miei lavori siano considerati semplici rappresentazioni, mi interessano di più gli aspetti simbolici che le realistiche evidenze fisiche» spiega Yuji Hiratsuka. Il corpo umano è parte di un tutto assieme agli altri elementi come indumenti, oggetti d’arredamento, frutta, vegetali, animali. Lo si comprende osservando Vegetarists (2009) o Beet Meets Meat (2011). In Devonian pictoresque (2014) piante, semi, fiori e rami di corallo richiamano invece alla storia della terra.
Importante per l’artista è riuscire a trasferire sulla carta i diversi aspetti delle condizioni e delle emozioni umane. È per questo che le sue figure enigmatiche esprimono ironia, satira, capriccio, ira, paradosso, tristezza, frammenti comuni di vita. Ad esempio Breath of Mercy (2020) le cui trasparenze richiamano il respiro di un angelo.
La sua è una tecnica che richiede estrema pazienza e precisione: i vivaci e numerosi colori che utilizza necessitano infatti di diverse matrici, anche fino a cinque per un lavoro. «Cerco sempre di indagare il massimo potenziale a mia disposizione come incisore» spiega Yuji Hiratsuka, perché è proprio nella tecnica che si basa l’interesse dell’artista, attento a indagarne ogni massimo potenziale per poi farsi sorprendere dal risultato finale.
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