Il vescovo Tisi propone i tre verbi della misericordia: “Per la fretta del nostro modo di vivere oggi, non ci accorgiamo dei tanti nostri fratelli invisibili. Invece per generare vita e futuro dobbiamo lasciare che il loro volto ci penetri nel cuore”
“Dio è un raccoglitore e un custode di lacrime, non un contabile di peccati e neppure avversario dell'uomo. Basta avere lacrime per essere guardati da Lui. Riesce a fermarsi, a toccare un figlio morto e a commuoversi davanti al pianto di una madre. Tutto questo perché il Dio che Gesù ci mostra è carità creativa che viene dal cuore e che va al di là delle regole”.
Colpivano nel segno le parole chiare e dirette, usate dal vescovo Lauro nell'omelia per commentare il Vangelo di domenica 5 giugno (cfr. Lc 7,11-17), durante la Messa molto affollata celebrata insieme a tanti ammalati, anziani e disabili, giunti da tutto il Trentino al Santuario della Madonna di Pinè, per partecipare al tradizionale pellegrinaggio diocesano. La giornata, organizzata dall'Opera Diocesana Ammalati e Pellegrinaggi con Ospitalità Tridentina, iniziava già dalla mattina con la processione dalla piazza di Montagnaga al Santuario per chi lo desiderava, terminando per tutti nel pomeriggio con la recita del Santo Rosario, meditato con le riflessioni del biblista don Piero Rattin, delegato vescovile per la Pastorale della salute.
Era un pellegrinaggio rivolto agli ammalati e ai sani, come è stato precisato più volte nell'annunciarlo alle comunità.
“Vedere, fermarsi, toccare – spiega ancora nell'omelia il vescovo – sono tre verbi fondamentali della misercordia. E proprio la mancanza di misericordia sta all'origine di tutti i problemi che abbiamo, perché per la fretta del nostro modo di vivere oggi, non ci accorgiamo dei tanti nostri fratelli invisibili, come lo sono ad esempio i migranti. Invece per generare vita e futuro dobbiamo lasciare che il loro volto ci penetri nel cuore”.
Durante tutta la giornata ci sono stati molti momenti di fede, carità e misericordia concretamente testimoniati. Dal nuovo vescovo innanzitutto, il quale fuori dai momenti ufficiali non ha perso occasione di stringere mani per cercare un contatto a tu per tu con tutte le persone che incontrava ed anche dai molti volontari di Ospitalità Tridentina. Proprio tra i volontari c'era anche un bel gruppo di giovani delle parrocchie della Valsugana che hanno collaborato volentieri nell'organizzazione e nell'aiuto ai pellegrini con gesti semplici come spingere una carrozzina. Non è mancata prima della Messa una profonda catechesi, offerta da don Piero Rattin che, citando diversi passi della Bibbia, spiegava come il primo segno distintivo sulla carta di identità di Dio fosse la misericordia, espressa con un'immensa tenerezza verso ogni persona.
La Processione Eucaristica conclusiva ha visto l'Arcivescovo portare simbolicamente il Santissimo Sacramento tra i tanti fedeli presenti, impartendo loro la benedizione finale.
Infine lo stesso don Rattin ricordava il prossimo appuntamento previsto per domenica 25 settembre, presso il Duomo di Trento con il “Giubileo diocesano dei malati dei sofferenti e delle associazioni cristiane che si dedicano al loro servizio”.
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