Lago di Caldonazzo, ordigni bellici riaffiorano dalle acque

Una veduta di Caldonazzo

Con la siccità di questa calda estate e il conseguente abbassamento del livello delle acque, sono riemersi dal lago di Caldonazzo, nella zona di San Cristoforo, alcuni ordigni bellici rimasti per decenni sul fondale. Ad avvistarli alcune persone che si trovavano a bordo di imbarcazioni, che hanno immediatamente allertato i carabinieri, la polizia locale ed i vigili del fuoco di Pergine.

L’area del ritrovamento è stata subito delimitata e interdetta ai natanti, mentre non c’è stata nessuna ripercussione per le spiagge, che in questi giorni ospitano un gran numero di bagnanti.

Le ricerche, che nei prossimi giorni saranno approfondite, alla ricerca di altri pezzi inesplosi, hanno evidenziato, secondo le prime analisi, ordigni da mortaio della Seconda Guerra Mondiale, ma sarebbero presenti anche alcuni proiettili risalenti alla Prima guerra mondiale.

Caldonazzo infatti già durante il conflitto del ’15-’18, come scriveva su Strenna Trentina Gino Valentini qualche anno fa, “era un punto strategico, perché lì esistevano i magazzini per il rifornimento dell’11a armata dislocata sul fronte italiano. (…) Furono inoltre costruiti, proprio a Caldonazzo, sei grandi capannoni che formavano il deposito munizioni dell’esercito”. Nel suo articolo, Valentini ricorda inoltre come “nei primi giorni di ottobre (del 1918), verso le dieci di sera, durante un bombardamento aereo, solo un miracolo risparmiò Caldonazzo dalla completa distruzione. Sei bombe vennero sganciate infatti quella notte sui sei capannoni di munizioni centrando o lo spazio fra un capannone e l’altro o gli spaziosi corridoi interni fra le casse d’esplosivo”.

 

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