Una Messa domenicale estiva ma indimenticabile per la comunità nella grande chiesa di Povo gremita in ogni angolo. Il 10 luglio, a sette giorni dall’ordinazione sacerdotale a Roma, sono arrivati in tanti alla Prima Messa di don Gabriele Saccani, il giovane prete “poero” che sette anni fa – dopo aver concluso il Corso di laurea di educatore professionale e sanitario a Rovereto – è entrato nella Fraternità di San Carlo, la realtà sacerdotale ispirata dal carisma di don Luigi Giussani.
A presiedere la Messa un altro prete trentino, don Paolo Sottopietra, superiore generale della Fraternità, che ha ringraziato la comunità del sobborgo a cui don Gabriele è molto legato ed ha invitato a sostenerlo anche nella sua missione in una popolosa parrocchia di Città del Messico. Ampia la partecipazione di tante famiglie e amici di Comunione e Liberazione: prima della festa sul sagrato le parole commosse di don Saccani che ha ricevuto dai parrocchiani e da padre Antonio Viola un simbolico regalo insieme ad una somma per le necessità dei suoi ragazzi messicani.
“Il mio cuore è pieno di una grande gratitudine a Dio, alla famiglia, alla comunità San Carlo, agli amici e alle persone che mi hanno accompagnato in vari modi in questi anni. E poi la misericordia, perché uno capisce che non viene ordinato prete per i suoi meriti ma grazie alla misericordia di Dio”, ci racconta don Pietro. “Senza dubbio, anche ora che mi preparo a partire per la missione, sento che la comunità trentina di origine è una parte fondamentale di me. Non solo i genitori, mio fratello e mia sorella, ma proprio tutti gli amici di Trento e dintorni, la comunità parrocchiale di Povo con alcune persone in particolare, i parroci che ho conosciuto don Dario Silvello, don Corrado Prandi ed ora i Dehoniani. E poi tante, tante persone della nostra comunità di Trento di Comunione e Liberazione”.
In particolare, la prof. ssa Matilde Zanoner, morta prematuramente (ancora ricordata al Liceo Da Vinci), che animava il gruppo di Gioventù Studentesca….
“Sì, Matilde è stata sicuramente una delle persone più importanti della mia vita. È sempre stata molto presente negli anni delle superiori e davvero attentissima a ciascuno di noi ragazzi del gruppo di GS. Penso che la mia vocazione sia un po’ nata anche guardando lei che era una memor domini, consacrata laica. Ho un debito di gratitudine enorme con lei”.
Nel suo percorso è stato importante anche un altro trentino, don Paolo Sottopietra, attuale generale della Fraternità.
“Grazie ai suoi consigli iniziai il cammino di verifica e giunsi in due anni a riconoscere nella Fraternità il cammino che Dio aveva pensato per me. Sarò sempre grato a don Paolo, perché in ogni momento e tappa del discernimento mi ha lasciato davvero libero, desideroso di scoprire assieme a me quello che Dio operava. Non mi disse mai una sola parola sulla direzione che avrei dovuto prendere”.
Negli anni dell’Università ha maturato la sua vocazione, fino ad entrare nel 2015 nel seminario della Fraternità San Carlo.
“Di questi sei anni di formazione ne ho trascorso uno a Taiwan in una delle case della nostra missione e poi sono stato inviato da diacono a Città del Messico dove torno ora come viceparroco”.
Che cosa caratterizza la vostra appartenenza alla Fraternità di San Carlo?
“Abbiamo il dono della vita comunitaria – pur non essendo religiosi – e questo ci aiuta e ci sostiene. E poi il carisma don Luigi Giussani com’è stato tradotto dal nostro fondatore e poi vissuto dai nostri confratelli nel mondo”.
Siete sacerdoti e missionari insieme?
“Certo, a questo ci formano fin dal seminario. Siamo disponibili a partire per la missione, ad andare dove c’è bisogno, in qualsiasi posto”.
Lei sarà a Città del Messico, memorabile per una finale dei Mondiali?
“Non solo (sorride, da ex calciatore, ottimo difensore centrale prima dell’Invicta Duomo e poi del “suo” Povo, dove ha anche giocato in prima squadra, ndr). La missione è nella zona sud di una megalopoli con 24 milioni di abitanti, con tutti i problemi connessi: una realtà dispersiva e poco umana. La parrocchia è molto viva, ma con tutti gli aspetti critici della vita messicana oggi. Ne riparleremo”.
Buona ripartenza, don Gabriele!
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