“È il momento del silenzio, della vicinanza, della preghiera. Invito in particolare tutta la comunità a unirsi spiritualmente all’Eucaristia che celebrerò a Canazei sabato 9 luglio alle 18 insieme al vescovo della Diocesi di Vicenza, pure provata da perdite di vite umane”. L’arcivescovo di Trento mons. Lauro Tisi, impegnato nella tre giorni del clero, è rimasto in stretto contatto con il parroco di Canazei don Mario Bravin ed ora riprende con Vita Trentina il pensiero condiviso con il vescovo di Belluno-Feltre domenica pomeriggio.
Perché, mons. Lauro, Lei invoca il silenzio?
Lo chiede il dolore infinito dei familiari, il rispetto delle vittime. Questo è il momento – davanti all’immensità di questa tragedia incredibile – di spegnere polemiche inopportune per lasciare spazio solo ad un silenzio profondo, partecipe, orante.
In molti – anche il Papa – hanno parlato di un evento naturale che sembra consegnarci un messaggio. Quale?
Sì, è stato imprevedibile nelle sue modalità e nei suoi effetti, come dicono anche i magistrati, ma non possiamo non ricondurlo a quel degradamento ambientale, quel “grido della terra” che Francesco ha ben descritto nella Laudato Si’ e che non può essere sottovalutato o addirittura negato. La crisi climatica con le modificazioni dell’ambiente è una questione seria: ci interpella tutti, esige una conversione ecologica.
La Marmolada, per i trentini e per tanti montanari, ha sempre esercitato un fascino speciale, forse unico.
Certo, l’abbiamo sempre considerata “Regina” anche per le sue storie di alpinisti e purtroppo anche per la frequentazione dei soldati. Ma ieri, guardando in televisione le immagini dall’elicottero, mi colpiva l’immagine di una montagna quasi sola. Una montagna che rimane sola, perché torna ad essere inabitabile e inabitata, perfino temuta. La sento quest’inedita situazione come un monito perché dopo quest’evento tragico torniamo a confrontarci seriamente con l’ambiente e i suoi delicati equilibri, rendendoci più consapevoli del dovere personale e comunitario della salvaguardia del Creato.
Fin dal primo messaggio Lei ha espresso il grazie alla dedizione di tutti i soccorritori. Non è scontata…
No, anche perché in questi condizioni è alto il potenziale rischio. Ma è consolante dentro il dolore immenso, che accomuna regioni e nazioni diverse, vedere lo spirito con cui tante persone in vari modi si spendono senza sosta per stringere una mano o asciugare delle lacrime, facendo proprio il dolore dei familiari. Quest’atteggiamento lo avverto forte nei nostri volontari fassani che negli ultimi anni hanno dovuto registrare la perdita di loro amici e colleghi su queste loro montagne. Anche per questo sabato li ringrazieremo.
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