È stata inaugurata oggi, domenica 19 giugno, la pala d’altare della Cappella di S. Andrea, a Pergine, restaurata coinvolgendo la comunità nella raccolta dei fondi, dopo il rinvenimento in un deposito del medievale Castello di Pergine alla fine del 2018.
L’evento, accompagnato dal concerto di Nicola Segatta e la Piccola Orchestra Lumière, ha visto la relazione sui lavori svolti a cura di Roberto Perini, supervisore dell’intervento e di Enrica Vinante, restauratrice incaricata. L’operazione è stata realizzata con il sostegno di Itas Mutua, di Cassa Rurale Alta Valsugana e della Soprintendenza per i Beni culturali che ha anche supervisionato il progetto con i funzionari dell’Ufficio per i beni storico-artistici Alessandro Pasetti Medin e Chiara Facchin.
Realizzata presumibilmente nella seconda metà del XVI secolo, si presume in occasione del matrimonio tra il barone Fortunato Madruzzo (1534-1606) capitano dei castelli vescovili del principato trentino, e Margherita von Hohenems (1536-1592), la pala lignea raffigura la Crocifissione. Ai piedi della croce si trovano a sinistra la Madonna affiancata da Sant’Andrea, e a destra (si suppone) San Giovanni e San Bernardino da Siena. Nella parte centrale della predella, che costituisce il piano d’appoggio della pala, è raffigurata la scena del martirio di Sant’Andrea, mentre lateralmente si trovano un San Sebastiano e un San Rocco. Due colonne con rispettivi capitelli, infine, sorreggono un architrave neoclassico sormontato da una cimasa al centro della quale si trova un dipinto ovale raffigurante il Padre Eterno.
Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Pergine Valsugana, Roberto Oss Emer e il soprintendente per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento Franco Marzatico.
“La valorizzazione di questo bene storico-artistico e del contesto che lo ospita avvicina la gente al Castello. L’edificio diventa così, ancora di più, un bene comune, capace di nutrire il bisogno di bellezza di ciascun cittadino, che attiverà nuove ricerche storiche e artistiche, perché la conoscenza del patrimonio culturale ispiri sentimenti di appartenenza e favorisca inclusione e pluralità. Inoltre questo restauro rappresenta anche uno straordinario esempio di sinergia pubblico-privato, segno tangibile di come la cultura può essere al centro anche della nostra strategia turistica e possa far guardare al futuro con fiducia”, ha dichiarato Mirko Bisesti, assessore all’Istruzione, Università e Cultura della Provincia Autonoma di Trento.
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