Questo Giubileo straordinario

Mons. Bressan presenta le finalità e le proposte dell'Anno Santo della misericordia voluto da Papa Francesco nel ricordo del Concilio Vaticano II

Cari fedeli del Trentino

Papa Francesco – in conformità con una sensibilità che si è sviluppata negli ultimi decenni tra il popolo di Dio e la Sua proposta pastorale di una Chiesa che va verso tutti – ci ha offerto la gioiosa sorpresa di un Anno Giubilare straordinario sul tema della Misericordia. È sempre un dono di grazia, che si fa più intenso quando la preghiera e l’impegno si diffondono tra una moltitudine e non riguardano soltanto i singoli. Una tale iniziativa non era prevista, poiché ci aspettavamo che avrebbe avuto luogo nel 2025. Invece il Papa ha colto sia il cinquantesimo della conclusione del Concilio Vaticano II sia la necessità di far fronte alle sfide del mondo d’oggi per invitarci a riflettere anzitutto sulla misericordia di Dio verso di noi.

1. Riscoprire il volto misericordioso di Dio con noi

La riscoperta del valore della fede e un passaggio fondamentale di fronte ad una società così secolarizzata che vorrebbe strutturarsi senza alcun riferimento a Dio e alla proposta culturale prevalente che elimina la relazione con il divino. D’altra parte, vari cristiani tendono a ridurre la fede ad un compendio di norme e dottrine, senza un rapporto vitale con l’origine della religiosità, la persona di Cristo, che nel Suo volto ci ha manifestato l’amore del Padre. Con i fatti e con le parole, Gesù rivela che il Dio vero non è un solitario o un essere immobile, ma Divine Persone in relazione oblativa già fra loro; ci ha raggiunti in Gesù Cristo con tale dinamica d’amore.

Per questo si è fatto uomo, assumendo tutta l’esperienza della vita fino alla morte e risorgendo, perché anche noi potessimo entrare nella pienezza di vita eterna. Non che avessimo meriti per tale dono da parte di Dio, ma fu unicamente per la sua misericordia se lo abbiamo conosciuto. Noi affermiamo, infatti, che la fede è virtù teologale, quindi non conquista umana, anche se occorre l’adesione personale alla proposta del Signore. Ma tutto viene dalla sua misericordia. La Bibbia lo ricorda oltre duecento volte: “Eterna è la misericordia di Dio” (cfr. Sal 136 e 118).

Avvolti da un tale amore (cfr. 2Cor 5,14) non possiamo non cercare anche noi il bene degli altri, oltre che esprimere la riconoscenza a Dio. Non vi è dualità o dilemma tra amore a Lui e al prossimo, ma l’atteggiamento del servizio è confacente con la natura stessa del battezzato e della comunità, chiamati a manifestare la Trinità divina. L’individualismo, il chiudersi in se stessi, il limitarsi a non fare il male va contro la nostra essenza e negano l’identità della vita cristiana. Più che soffermarci sugli aspetti negativi, la cui considerazione deve scuoterci dal torpore, guardiamo gli esempi positivi presenti nelle persone del condominio e della parrocchia, quelle impegnate nel volontariato, nel servizio alla comunità sia ecclesiale sia civile, nei territori di missione, nelle famiglie, nella collaborazione pastorale… e le testimonianze dei santi del passato. Certamente un caso di corruzione fa più chiasso di molte donne e uomini che sono dediti al sacrificio per il bene comune. Si sa che provoca più rumore un albero che cade che non una foresta che cresce. Ora nella nostra situazione questo vale molto di più e come persone non possiamo lasciarci sviare dallo spirito scandalistico: evitiamo il male, denunciamolo, ma senza ergerci a giudici, coscienti come siamo anche delle nostre debolezze e corrispondiamo di più noi stessi all’amore di Dio.

2. Pastorale in un anno santo

In tale luce, abbiamo riflettuto con il Consiglio Pastorale Diocesano e il Consiglio Presbiterale e abbiamo scelto di estendere l’invito del Papa a celebrare un Giubileo con un Anno Pastorale dedicato alla Misericordia. Esso è stato avviato con l’Assemblea Diocesana di settembre e in questi mesi fino a Natale invito tutti a riscoprire l’immenso dono che Dio ci propone nel chiamarci ad essere figli suoi. E’ ovvio che questo domanderà un supplemento di riflessione spirituale per tutti, ponendo maggior attenzione alla parola di Dio, letta e interiorizzata in famiglia e personalmente: si parteciperà ancora più alla vita di preghiera e alle proposte evangeliche della parrocchia e della Diocesi e, in un onesto esame, di coscienza si vedrà quanto poco siamo cristiani.

Le violenze di cui il mondo è insanguinato e lo sfruttamento di interi popoli, le persecuzioni, il persistere della schiavitù e di tante forme di discriminazione, le violenze in seno alla stessa famiglia, lo smarrimento di molti giovani, il terrorismo, ecc. sono prova che l’uomo da solo non è riuscito a costruire la nuova umanità. Il progresso delle scienze, per le quali anche la Chiesa si è sempre impegnata, non basta a colmare il cuore umano e nell’aspirazione di tutti vi è un anelito di eternità nella gioia e nell’amore, che la vita terrena non soddisfa.

Sì, abbiamo bisogno di Dio ed Egli viene incontro a noi, poiché è misericordioso. Non occorre andare a cercarlo chissà dove, sui monti più elevati o in altri continenti. Zaccaria diceva: “Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre” (cfr. Lc 1,78s). Maria SS.ma nel Magnificat assicura che Dio segue con la Sua misericordia di generazione in generazione quelli che lo temono (cfr. Lc 1,50).

3. Anno della misericordia

E’ con questa fiducia rivolgo un invito a ciascuno di noi battezzati per vivere veramente quest’anno giubilare.

A riguardo mi pare ci siano alcune indicazioni utili per comprendere i termini stessi:

– Anno santo: un periodo in cui la grazia santificante c’è proposta più abbondantemente per santificarci maggiormente. Nessuna situazione è tanto perfetta che non abbia bisogno di progresso o tanto disperata che non si possa fare un percorso o almeno alcuni passi positivi.

– Anno giubilare: il termine mette in luce la gioia del celebrare, insieme, la riconciliazione con Dio, con gli altri, con il creato, con il senso della vita.

– Pellegrinaggio: manifesta qual è l’esistenza umana, poiché essa non è statica e non senza uno scopo, ma un cammino verso la pienezza di vita. Certamente il pellegrinaggio esteriore sarebbe insignificante se non vi fosse quello interiore o venisse ridotto a una gita. Il camminare in silenzio e preghiera costruisce personalità e comunionbe. Non lasciarci dunque semplicemente trasportare dal vento o turbine della vita, ma prendiamo del tempo per poterla assumere, per incontrare quel Dio misericordioso che ci vuole incontrare per il nostro bene.

– Indulgenza: si può intendere di Dio verso di noi, ma anche nel senso di inserirci nella santità della Chiesa, costituita anzitutto dalla presenza viva di Gesù; come in una famiglia o in gruppo, un buon clima sociale giova a ognuno, così, ed ancora più, avviene nella comunità ecclesiale. Sarà tanto più piena, quanto più noi aderiamo a Cristo e quanto più vogliamo essere sua vera Chiesa.

– Condizioni per l’indulgenza: anzitutto un distacco profondo dal peccato e dall’affetto al peccato, una conversione espressa anche nel sacramento della confessione, una comunione con Cristo e i fratelli nell’Eucaristia, il perdono per offese avute e ritenute tali, la preghiera per la comunità ecclesiale e anzitutto per il Papa, nutrire amore per gli altri (senza il quale non c’è cristianesimo) e manifestarlo almeno in qualche gesto di solidarietà, soprattutto se questo implica sacrificio da parte nostra, partecipare a un pellegrinaggio in una delle chiese designate come “giubilari”.

– Porte della carità: sono accessi a luoghi dove si pratica maggiormente la carità, come le case di cura e di anziani, centri di accoglienza, di emergenza, di detenzione.

– Porte giubilari: porte delle chiese indicate come centri particolarmente espressivi per la comunità, dove è possibile avere un momento intenso di spiritualità, non per concludere l’anno giubilare ma per godere di una sosta che ci rilancia nella vita del Vangelo.

Su vari punti esistono già pubblicazioni ed è stato disposto un dépliant con indicazioni fondamentali, tra cui delle “chiese giubilari”, quelle cioè che con il mio consenso restano disponibili in modo permanente. Alcune altre saranno indicate per circostanze particolari.

4. Consigli Pastorali

Invito i Consigli Pastorali a vedere cosa si potrebbe realizzare circa le “opere di misericordia” nelle comunità stesse, cosa attuare nell’anno giubilare, quanto avviare per un futuro più aperto alla misericordia.

Propongo di iniziare ad esaminare quindi:

a) Opere di misericordia spirituale: guida alla parola di Dio, accompagnamento etico, adozione morale (di bambini, anziani, famiglie), approfondimento della fede, accompagnamento di persone sole, educazione dei giovani, catechesi, avvio del catecumenato, opere pastorali, formazione degli adulti, integrazione degli isolati, riconciliazione in famiglia e tra famiglie, perdono anche tra comunità, promozione della pace, visite ad anziani, preghiere per i defunti, cura delle tombe, partecipazione attiva ai Sacramenti, sostegno a chi ha più difficoltà d’apprendimento e alle scuole stesse, anzitutto a quelle di ispirazione cristiana come ai media cattolici – anche con aiuti finanziari – testimonianza cristiana in opere e se possibile anche in parole per chi non è battezzato o non più praticante, incoraggiamento al bene fatto da altri, saper infondere entusiasmo a un’Italia piuttosto stanca. Sono molti gli ambiti nei quali si declinano oggi le opere di misericordia, aldilà di una formulazione che risente di una società diversa, poiché una “Chiesa in uscita” è anche un Chiesa che cerca cosa significa l’appello missionario del Signore nell’oggi e non soltanto per il nostro quartiere o paese, ma per il mondo intero.

Chiedo a tutte le Case religiose e ai gruppi dei “nuovi movimenti ecclesiali” di esaminare con i parroci e se possibile con i Consigli Pastorali cosa potrebbero fare di più e meglio per inserirsi in una pastorale d’insieme, soprattutto tramite l’animazione d’incontri spirituali, di colloqui con persone in ricerca o in sofferenza, nell’accompagnamento per i Sacramenti. Non si tratterà di rinunciare al proprio carisma, se riconosciuto, ma di far parte di una comunità nella quale i doni e le vocazioni specifiche si integrano.

b) Opere di misericordia corporale: vi è una molteplicità di prospettive secondo le circostanze diverse per essere “buoni samaritani” cioè cristiani. Pensiamo a coloro che sono o restano senza lavoro: vi sono prossimità e condivisione alla crisi che ci interpellano. Un occhio accurato va rivolto a chi non ha risorse, ma si vergogna di ammetterlo. Guardiamo inoltre agli immigrati e ai rifugiati. Un invito a casa sarà gradito da chi non può mai far festa in famiglia, come l’attenzione a includerli in iniziative di paese, sociali, sportive, culturali ed eventualmente religiose. Consideriamo parte delle comunità parrocchiali l’ ospedale, una casa di riposo, un centro per disabili, un carcere o opere simili. Partecipiamo al volontariato gratuito e all’animazione cristiana anche nelle sue forme civili, oltre che la disponibilità per un autentico servizio pubblico nelle istituzioni amministrative, imprenditoriali, cooperative. Vi è poi un indispensabile aiuto da dare, in preghiere, simpatia e denaro, a opere di misericordia corporale verso le nazioni più povere, con priorità per gli organismi diocesani e quelli della Santa Sede.

Inoltre, ogni Consiglio pastorale decanale veda, se non si è già provveduto, quali ostacoli rimuovere perché al termine dell’Anno Giubilare della Misericordia sia effettivamente attuato il progetto pastorale, che è già di qualche anno e che prevede che almeno in ogni Decanato vi sia una Caritas o un Centro d’Ascolto. E’ un traguardo la cui attuazione non si può più dilazionare.

Per quest’Anno Santo si possono anche scegliere iniziative comuni di solidarietà internazionale a livello di Decanato o di Zona Pastorale. Soprattutto se fossero in favore di Paesi da cui provengono i rifugiati, vi pregherei di segnalarli alla Caritas Diocesana o al Centro Missionario, che restano a vostra disposizione. Potete accogliere anche proposte loro, come per la Giordania, i rifugiati eritrei in Etiopia, iniziative Caritas in Siria, ecc.

Un Comitato da me presieduto resta a disposizione per raccogliere istanze, mentre invito tutti i sacerdoti a porsi a disposizione particolarmente per le confessioni e colloqui spirituali durante la prossima Quaresima. Vi saranno anche alcuni “missionari della misericordia”, ma non potranno certamente raggiungere tutte le parrocchie né rispondere al desiderio d’incontro anche personale di tante persone. Per il dono della speranza e della carità siamo ministri di consolazione e di misericordia. Quindi, si provveda per tutte le settimane di Quaresima e non soltanto per le ultime. I pellegrinaggi potranno essere organizzati anche in seguito, da Pasqua al 20 novembre 2016, senza cercare “terre lontane”.

Già il Salmista nell’Antico Testamento dichiarava: “Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato; egli salva gli spiriti affranti” (Sal 34,19) e Gesù poteva dire: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28). Nel Natale, che celebreremo tra breve, si è manifestata la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini (cfr. Tit 3,4). Questo Giubileo dunque sarà straordinario, per varie ragioni e non tanto perché non rientra fra quelli attesi, quanto perché ci fa penetrare di più nella bellezza del dono della fede, che lascia affascinati e stupiti, ma nel contempo ci impegna ben oltre la dimensione spirituale, per andare verso tutti, in un mondo smarrito e travagliato. Il Natale ci invita ad accogliere il Cristo nelle nostre braccia, con tenerezza, per abitare senza paura questo momento della nostra storia.

Ci assista Maria Ss.ma in tale cammino, che oggi celebriamo. Guardiamo a Lei: ricevuto l’annuncio inatteso che stava per diventare madre, madre del Salvatore, non si fermò in casa, non si isolò, ma uscì da Nazareth per andare ad aiutare Elisabetta; seppe lodare Dio per la sua bontà, riconoscendo la grandezza del dono ricevuto, con uno sguardo all’umanità oppressa e affamata. Maria ci conduce, come prima discepola del Signore e madre della Chiesa, ad apprezzare la misericordia e a praticarla, in unione con i fratelli e sorelle come mostrò la sua presenza nel Cenacolo, unendosi alla comunità nella preghiera allo Spirito Santo, il solo che può farci comprendere quanto Dio sia misericordioso con noi e quanto abbiamo da apprendere per migliorare i nostri rapporti con gli altri oggi.

Buon Anno Giubilare a tutti voi! Il Signore vi benedica!

Preghiamo gli uni per gli altri.

Luigi Bressan

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