“Sotto le stelle di Parigi”, dialogo e ascolto tra generazioni in un film capace di coinvolgere 

“Ripeto che, per vincere i pregiudizi sui migranti e sciogliere la durezza dei nostri cuori, bisognerebbe provare ad ascoltare le loro storie. Dare un nome e una storia a ciascuno di loro”. Il Messaggio di papa Francesco per la 56a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (29 maggio 2022) ci dà lo slancio per entrare nelle pieghe del film Sotto le stelle di Parigi (Sous les Étoiles de Paris, 2021) del regista tedesco (ma francese d’adozione) Claus Drexel.

Avendo già raccontato il mondo dei senzatetto nella capitale francese nel documentario Au bord du monde del 2013 – la storia di quattro homeless della Ville Lumière –, Drexel torna sull’argomento con Sotto le stelle di Parigi, un’opera che fonde realismo, denuncia e favola sociale.

La storia. Parigi oggi, in un rifugio precario sotto i ponti della grande metropoli vive la sessantenne Christine (Catherine Frot), che trascina la sua vita e le sue cose in due grandi buste di plastica. Una notte, nel suo rifugio, fa ingresso il piccolo Suli (Mahamadou Yaffa), un immigrato giunto a Parigi clandestinamente dalla Costa d’Avorio.

Dopo un’iniziale diffidenza, se non proprio ostilità, Christine prende a cuore la storia e la sorte di Suli, al punto da accompagnarlo per le strade di Parigi per rintracciarne la madre. I due percorrono le vie meno famose, fuori dal circuito turistico e culturale dove, sotto gli occhi indifferenti dei passanti, si accampa e sopravvive una comunità di profughi, emarginati, poveri tra i poveri. Gli ultimi della società.

Sotto le stelle di Parigi è un racconto sociale dalle dolci sfumature, dal respiro quasi fiabesco. Tema centrale del film è l’incontro, giocato nel dialogo e nell’ascolto, tra due persone, due differenti età, due mondi culturali: un bambino africano e una solitaria e scorbutica parigina divenuta senza fissa dimora. Storie di solitudine, di emarginati che trovano il coraggio di condividere il loro dolore, il proprio vissuto, con la speranza di un gesto di tenerezza e di una promessa di aiuto. Un lampo di speranza. E la speranza è quella che alla fine si accende con fiduciosa intensità sull’orizzonte di Christine e Suli.

Sotto le stelle di Parigi è un film lineare, capace di coinvolgere emotivamente lo spettatore accompagnandolo verso un finale marcato da dolcezza (prevedibile certamente, e anche in qualche modo “desiderato”), ma non per questo meno bello e sincero.

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