“Il giorno che vorrò castigare una provincia la farò governare da un filosofo”. Le parole taglienti uscite dalla bocca dello Stupor mundi, Federico II, ci gettano nella realtà più concreta e più dura. Oggi al Giro d’Italia si arriva a Jesi, la cittadina che ha dato i natali all’imperatore. I corridori ci arrivano, però, dopo una serie infinita di muri, dove le discussioni si zittiscono e a parlare sono solo le gambe.
196 km da vivere tutti esclusivamente per un finale elettrizzante. Un lungo trasferimento in pianura fino ad approdare nella provincia di Macerata, dove da Civitanova Marche sarà un continuo scalare i muri marchigiani che non danno possibilità di respiro. La fuga di giornata è composta da Alessandro de Marchi, Mattia Bais e Lawrence Naesen. Le squadre di Van der Poel e di Biniam Girmay impongono al gruppo un’andatura folle e si fanno sotto per giocarsi la tappa, riacciuffando i fuggitivi. Gli ultimi 8 km in discesa sono un delirio di attacchi. Da Nibali, a Ciccone, passando per Simon Yates e pure una rasoiata di Van der Poel e un attacco di Carapaz. Nessuno scappa, tutti si controllano e la volata è uno spettacolo incredibile. A duecento metri dal traguardo Biniam Girmay, lanciato da Domenico Pozzovivo, resiste all’indomito Mathieu van der Poel e si gode la prima vittoria africana al Giro d’Italia!
Immutata, invece, la questione maglie. Juan Pedro Lopez in rosa e in bianco, Arnaud Demare ancora con la maglia ciclamino, mentre Diego Rosa difende la maglia azzurra.
Le Marche oltre a salite indomabili e muri sportivamente strazianti, regalo gioie ristoratrici da far venire l’acquolina in bocca. La ricetta di oggi viene addirittura da un trattato del 1784 a firma del cuoco maceratese Antonio Nebbia: i Vincisgrassi. Si tratta di una pasta al forno molto simile alle lasagne, ma guai a voi se per caso paragonate i due piatti! Perché è solo nel concetto che si assomigliano. Concretamente cambia tutto, infatti, la besciamella è più solida, il ragù ha pezzi di carne tagliata e non macinata, inoltre vengono usati noce moscata e chiodi di garofano.
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