“Bisogna sempre partire subito, quando si vuol andar via. Se si ritarda, si resta”. Così parlava Matilde Serao, prima fondatrice e direttrice del quotidiano il corriere di Roma. La scrittrice italiana era così innamorata della piccola cittadina di Diamante, che le aveva dato l’appellativo di Perla del Tirreno (appellativo rimarcato anche dal vate D’Annunzio). Proprio da Diamante comincia la settima tappa del Giro d’Italia. 4500 metri di dislivello e quattro GPM attendono oggi i corridori in una tappa mossa ed esplosiva.

La Serao incita alla partenza immediata ed i primi 75 km della settima frazione sono a dir poco esplosivi. Continui attacchi e rasoiate. Addirittura Lennard Kämna prova ad entrare nella fuga di giornata, ma la maglia rosa Lopez reagisce immediatamente. Dopo questo inizio di tappa il gruppo si rialza e solo sei uomini riescono a scappare via al controllo del plotone. Tra questi sei una menzione speciale va fatta per Davide Villela, che in fuga ha dovuto subire i colpi della sfortuna. Cade in una delle discese, deve cambiare bici, deve sistemare la sella della bici, ma tutte le volte riesce indomito a riportarsi sulla fuga. Tuttavia, Tom Dumoulin, Koen Bouwman, Bauke Maullema e Davide Formolo incendiano l’ultima salita di giornata e si gettano a Potenza per giocarsi la tappa. Sull’ultima rampa al 13% lo scatto vincente è quello di Bouwman, che a braccia spalancate taglia il traguardo.

La maglia rosa e bianca rimane ancora sulle spalle di Lopez, come quella ciclamino rimane sulle spalle francesi di Démare. La maglia azzurra, invece, sfugge a Lennard Kämna, perché ad indossarla da oggi è Koen Bouwman.

Oggi si attraversa sia la Calabria che la Basilicata, e proprio nella terza regione attraversata dalla corsa rosa, vi è il trionfo della cucina povera. Cucina contadina e di altri tempi quella che riguarda la Ciambotta, sostanzialmente uno stufato di verdure con patate, peperoni e melanzane servite all’interno di una pagnotta.