“Un’impresa che ci ha coinvolti sotto tutti i punti di vista, da quello fisico a quello spirituale, dalle gambe alle anime”
“Il Signore mi guida sul giusto cammino” recita il Salmo 23. Così anche noi seminaristi abbiamo voluto sperimentare questa verità tratta dalla Sacra Scrittura, dando inizio alle nostre attività con una sfida mai affrontata prima d’ora dalla comunità, un’impresa che ci ha coinvolti sotto tutti i punti di vista, da quello fisico a quello spirituale, dalle gambe alle anime: un pellegrinaggio a piedi, da Assisi a Loreto, per pregare sui luoghi più significativi della vita di San Francesco e per affidare il nuovo anno di seminario alla Madonna, al termine di un percorso a tappe lungo ben 130 chilometri.
Per il seminario di Trento è tradizione ormai consolidata quella di iniziare l’anno con una settimana di ritiro, che ha lo scopo di rafforzare la conoscenza reciproca dei vari membri della comunità e al tempo stesso di accogliere i nuovi arrivati, in un contesto diverso da quello della vita di tutti i giorni.
Dopo anni di tradizionali “campeggi” stabili si è deciso di tentare qualcosa di completamente diverso, da un’idea del rettore subito accolta con grande favore dalla comunità. Ed è così che si è messa in moto la macchina organizzativa: una volta deciso l’itinerario ci siamo attivati per cercare i vari alloggi lungo la strada, studiando la logistica con precisione ed efficienza, e infine ci siamo dedicati alla costruzione di un percorso spirituale suddiviso sulle varie tappe, che seguivano gli avvenimenti della vita di Maria dall’Annunciazione all’attesa della Risurrezione sotto la croce di suo Figlio.
Il fatidico giorno fissato per la partenza, 19 settembre, è arrivato ben presto. Finita l’Assemblea pastorale diocesana ci siamo fiondati ai veicoli con i quali ci siamo spostati ad Assisi, dove abbiamo trascorso la sera e la mattina successiva, regalandoci un po’ di tempo per visitare luoghi fondamentali per la nostra spiritualità, quali le basiliche di San Francesco, con la tomba del santo e gli stupendi affreschi di Giotto che narrano la vita del Poverello, e di Santa Chiara, dove abbiamo pregato di fronte al crocifisso di San Damiano.
Da qui è partito il nostro cammino: sei tappe che ci hanno portato dagli uliveti umbri ai campi di grano delle Marche attraverso gli Appennini.
Sulla via abbiamo avuto modo di conoscere tante persone che si informavano su dove eravamo diretti, chi fossimo, da dove venivamo; ci hanno tenuto compagnia con le loro storie che ci raccontavano spontaneamente, dimostrando spesso grande fede, chiedendo una preghiera per loro o per i loro cari.
Abbiamo incontrato anche tante comunità molto diverse tra loro, dai piccoli fratelli del Vangelo ai monaci cistercensi di Fiastra, dai francescani del Terz’ordine alle clarisse di Camerino; ognuno con una spiritualità diversa, ma tutti fieri della propria identità, consapevoli della bellezza del proprio carisma che mette in luce da un punto di vista particolare la stessa fede.
Infine venerdì intorno a mezzogiorno, proprio all’ora dell’Angelus, siamo giunti a Loreto e subito, prima ancora di pensare a rifocillarci dopo la lunga fatica, bagnata anche da un acquazzone non indifferente, abbiamo sentito il richiamo di quella Santa Casa dove il Verbo si è fatto carne. Lì abbiamo pregato insieme, affidando alla Madre di Dio il nuovo anno di scuola, di vita comunitaria e di esperienza pastorale, perché sotto la sua protezione sia un anno sereno per tutti, ricco di frutti spirituali per ognuno di noi e per i nostri formatori.
E’ stata un’esperienza molto forte, dalla quale siamo usciti rafforzati nella fede e nella conoscenza tra compagni di cammino, dove come i discepoli di Emmaus abbiamo sentito la presenza del Signore che camminava al nostro fianco. Come iniziare meglio un intenso anno di seminario?
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