Quattro parroci che vanno, quattro che vengono. Cambiano volto le canoniche del centro cittadino di Trento in una piccola “rivoluzione” che sottende anche la ricerca di strategie pastorali nuove. Nelle gioiose foto di questa pagina, che riflettono il clima festoso ma anche commosso (e, perché no, nostalgico) con cui le comunità vivono questi eventi, è impresso uno storico ricambio generazionale. Le quattro nuove guide del centro storico – preti attorno ai 50 anni dalle energie fresche, anche se con incarichi spesso moltiplicati – accompagneranno la città nei suoi cambiamenti epocali: rinviata per il momento l'ipotesi di un'Unità pastorale (lo stesso confronto sinodale aveva chiesto ulteriori approfondimenti), s'impone però una collaborazione decanale sul territorio che valorizzi al meglio le risorse e anche le possibili iniziative d'insieme. Da una parte – e lo si è notato in queste feste – il tessuto urbano rende meno decifrabili i confini fra le comunità, dall'altra ogni rione ha le sue risorse e anche la sua piccola storia ecclesiale che merita di essere valorizzata.
Don Andrea Decarli, entrato domenica scorsa in Duomo e Santa Maria, ha ricevuto il saluto dallo stesso Arcivescovo che ha sottolineato come gli altri suoi incarichi pastorali (delegato per la cultura e l'ecumenismo) potranno trovare reciproco arricchimento. Un dialogo con la città e per la città, soprattutto nelle periferie esistenziali del centro, come ha sottolineato anche il sindaco Alessandro Andreatta e un servizio culturale alla Cattedrale come ha detto il decano del capitolo mons. Lodovico Maule. Presentandosi come “matricola”, don Andrea ha applicato le categorie di Papa Francesco al suo nuovo compito, promettendo attenzione speciale anche ai giovani – e agli universitari in particolare – fra i quali ha operato in passato.
Parroco “part time” è anche don Giuseppe Mihelcic, pure docente in seminario allo Stat di cui è anche segretario, entrato al Santissimo domenica 20 settembre al posto di don Giulio Viviani potrà dedicarsi con più tempo ai suoi numerosi incarichi diocesani.
Nella festa di congedo la riconoscenza si è espressa anche nel rinfresco e in qualche gioioso aneddoto, com'è avvenuto anche in Duomo per il saluto a don Luigi Facchinelli, che è stato per 19 anni parroco del Duomo e in Santa Maria.
Congedo anche a San Giuseppe per don Angelo Gonzo che lascia la parrocchia per tornare in Bolivia come missionario diocesano (“Ritornare in Bolivia è aprire un nuovo fronte nella missione “fidei donum” per la diocesi di Trento e di Bolzano, ma non solo, sarà un progetto che coinvolgerà anche la nuova provincia francescana del Nord Italia”, ha dichiarato a radio Trentino inBlu) lasciando le due parrocchie di San Pio X e San Giuseppe a don Rodolfo Pizzolli, delegato per la pastorale Sociale.
In attesa di don Roberto Lucchi, le parrocchie di San Pietro e San Martino hanno dato un festoso saluto – con tanto di video e canzoni ad hoc – a don Corrado Prandi, che è stato parroco e anche decano per ss anni. Già nel fine settimana sarà a Gerusalemme per un anno sabbatico di studio presso l'Istituto Francescano: “Ringrazio di cuore i miei parrocchiani e mi preparo ad un anno di ricarica importante per la mia vita sacerdotale: ho usato le immagini delle batterie. Anche un prete ha bisogno di rigenerarsi ogni tanto”.
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