“Pericoloso e degradato”: dai cittadini un appello per la valorizzazione del Mesotrekking

Serve maggiore attenzione e un intervento urgente sul percorso trentino dell’itinerario storico-archeologico Mesotrekking, che, partendo dalla zona nord della città di Trento, passa per il Rifugio Gaban in località Piazzina di Martignano e attraversando i Monti Celva e Calisio e il dosso di Castel Vedro conduce fino all’Altopiano di Pinè e successivamente alla Valle dei Mocheni. A richiamare le istituzioni ad una maggiore tutela del percorso, soprattutto per quanto riguarda la sua prima tappa, è il consigliere circoscrizionale di Centro Storico-Piedicastello Nicola Vigorito, che facendosi portavoce di un nutrito gruppo di persone residenti nel quartiere, e non solo, che sono soliti frequentare la stradina del Mesotrekking che dai Solteri sale fino alla SS.47 segnala le gravi anomalie del lungo muro di contenimento, fatto di pietre a secco, dei terreni agricoli soprastanti il tracciato, che caratterizza l’intero percorso.

“In più punti sono evidenti pericolosi rigonfiamenti con la perdita dell’asse di stabilità del manufatto, sassi di una discreta dimensione che si staccano e rotolano sulla stradina di terra battuta, alberi e arbusti di dimensione considerevole alla sommità di esso che con le loro radici stanno destabilizzando in maniera irreversibile la stabilità della struttura“, spiega Vigorito, considerando che, con ogni probabilità, sarà necessario chiamare ai loro doveri di responsabilità civile anche le parti proprietarie.

“Il percorso è stabilmente frequentato da varie scolaresche di bambini della vicina Scuola elementare Aldo Gorfer dei Solteri, per passeggiate istruttive ed educative all’aria aperta”, prosegue il consigliere circoscrizionale, prima di far notare come il luogo, “di una indiscutibile valenza storica, non viene manutenzionato a dovere: con una vegetazione spesso fuori controllo che preclude la vista verso i nostri quartieri offuscando anche la luce di quei pochi lampioni funzionanti; con vecchie recinzioni di reti metalliche, a tratti basse e pericolose per i bambini e in alcuni punti divelte e arrugginite; enormi solchi sul terreno scavati dalla furia dell’acqua di qualche temporale improvviso data l’assenza di normali caditoie trasversali di raccolta dell’acqua piovana; biciclette abbandonate senza sella”.

 

“Non mi pare questo appena descritto uno stato molto dignitoso per la nostra civilissima Trento”, conclude Vigorito, che fa appello alle autorità competenti, affinché si attivino per operare una seria quanto opportuna opera di valorizzazione della strada e di un suo utilizzo come “balcone sul quartiere”, affrontando anche il problema di un necessario collegamento tra i rioni di Trento nord sottostanti e la parte sovrastante della collina, ripristinando il passaggio sopra la SS47 per ricollegare il Mesotrekking al suo storico e naturale percorso mesolitico, strozzato  dalla costruzione delle gallerie, dando, in questo modo, la possibilità al quartiere di riguadagnare facilmente l’accesso al “riparo Gaban” e collegarsi alla Via Claudia Augusta e al Giro del Calisio”.

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