Salta il Festival OltrEconomia. Gli organizzatori: “Abbiamo deciso di prenderci un periodo di riflessione”

Quest’anno non ci sarà il Festival Oltreconomia

Quest’anno salta il Festival OltrEconomia che avrebbe dovuto prendere vita tra l’1 e il 5 giugno al Parco Santa Chiara di Trento. Lo annuncia il comitato organizzatore della manifestazione. “Sono stati anni intensi, caratterizzati da conflittualità e l’esacerbarsi di paradigmi sociali ed economici che hanno segnato il mondo intero e le comunità in resistenza, fra cui la nostra – scrivono -. Per questo abbiamo deciso di prenderci un periodo di riflessione: per ripensare e rigenerare quei modelli partecipativi e quei contenuti innovativi e trasversali che sono la linfa vitale di un festival indipendente e autogestito che si interroga, si confronta e ambisce a creare pratiche nuove e comuni per una trasformazione dell’esistente”.

Una decisione “sofferta”, ma secondo il comitato organizzatore della manifestazione necessaria. “Di fronte all’affermarsi e al rafforzarsi di un pensiero unico che propone la guerra quale solo mezzo di confronto – sostiene -, avremmo quanto mai avuto bisogno di incontrarci e costruire dialoghi, connessioni e pratiche rivoluzionarie”.

Un passo indietro che però vuole essere anche un momento per riflettere e per tornare l’anno prossimo ancora più consapevoli. “Quest’anno come Oef facciamo dunque un passo indietro – scrivono gli organizzatori -, non per fermarci ma per provare a farne due avanti. L’OltrEconomia non esaurisce la sua portata nei cinque giorni in cui il Parco Santa Chiara diventa un centro di dibattito, controinformazione, cultura e costruzione di comunità nel cuore di Trento. L’OltrEconomia prende la sua forza dagli incontri, dai confronti, dagli intrecci con le persone, dai percorsi e dalle idee che nascono e crescono in molteplici parti del mondo e durante tutto l’anno, dentro e fuori dalle edizioni del Festival”.

L’assemblea del festival continuerà a lavorare in vista della prossima edizione, che sarà la decima: “Ci impegneremo affinché il prossimo Oef sia uno spazio capace di generare e rafforzare pratiche partecipative che si pongano quali risposte alternative e concrete alle lacerazioni individualistiche che in modo sempre più evidente attraversano spazi, territori, comunità e socialità”.

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