Restaurare un vecchio film certo deve essere un lavoro affascinante. Per chi volesse cercare di capirne qualche segreto una buona occasione è in programma venerdì 29 aprile alle 15, a Trento, alla Cassa rurale di via Belenzani (sala conferenze). Verrà presentato infatti il restauro del doc “Italia K2” del trentino Marcello Baldi, del 1955, sulla spedizione alla vetta himalayana guidata da Ardito Desio. Film che poi, la sera, alle ore 21, sarà proiettato al teatro Sociale. All’appuntamento pomeridiano presenti, tra gli altri, Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, il cui laboratorio “L’immagine ritrovata” ha eseguito il restauro, e Mauro Bartoli, curatore della mostra “Senza posa. Italia K2 di Mario Fantin”, dedicata “all’esploratore bolognese con la macchina da presa”, autore di gran parte delle immagini girate sul K2, suicidatosi nel 1980, a cui il Trento Film Festival dedica un lungo omaggio anche con un doc sulla sua vita dello stesso Bartoli (“Il mondo in camera”).
Il Trento Film Festival, dal 29 aprile all’8 maggio, nei cinema Modena e Vittoria, festeggia i 70 anni di vita guardando al futuro. Non è tanto un’immagine retorica. Perlomeno non solo. Perché una sezione guarda proprio al genere cinematografico che in qualche maniera lo “incarna”, la fantascienza. In calendario alcuni vecchi film (e meno), dei gioiellini. Tra questi, “Destinazione…Terra!” (It came from outer space) di Jack Arnold (quello de “Il mostro della laguna nera”) del 1953, ma anche “On the Silver Globe” di Andrzej Zulawski e “The Wild Blue Wonder” di Werner Herzog.
Del concorso, 15 doc lunghi e 11 medi e corti, abbiamo in parte riferito nel numero di Vita Trentina del 17 aprile e ne scriveremo nei prossimi. Nelle varie sezioni, in questo volo libero tra le proposte, oltre 120 i film che saranno presentati, “Une aventure de Billy the kid”, uno dei lavori che il festival riserva, in una retrospettiva, “al cineasta e montagnard” francese Luc Moullet. La presenza di un giovanissimo Jean-Pierre Léaud, l’attore alter ego di François Truffaut che al meglio rappresentò la Nouvelle vague, fa di questa pellicola un momento da non perdere. Non fosse altro, e già basta, per l’omaggio a Howard Hawks, al western e ai suoi paesaggi americani “tra altopiani, pareti rocciose e sentieri scoscesi”.
Scendendo a valle, in tutti i sensi, orsi e lupi hanno molto a che fare, da anni, col Trentino, polemiche comprese. Al festival qualche lavoro li vede protagonisti. Come ne “Il contatto” di Andrea Dalpian che “racconta il percorso di due lupi” oppure “Il mio vicino è un orso” di Mattia Cialoni su una famiglia di plantigradi marsicani che “frequenta” il borgo di Villalago. Per proseguire con “La frequentazione dell’orso” di Federico Betta, “un viaggio nella storia del rapporto uomo-orso in Trentino”.
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