La catena afghana, il racconto di Tersite Rossi al Teatro Zandonai mercoledì 27 aprile

Maura Pettorrusso legge “La catena afghana”. Foto di Stefano Pradel

“Un racconto in tre atti su come esportare la guerra e importare la droga”: si presenta così “La catena afghana“, opera del collettivo di scrittura Tersite Rossi, portato in scena da Stefano Pietro Detassis e Maura Pettorruso, della Compagnia Pequod, con musiche di Andrea Casna.

Lo spettacolo sarà al Teatro Zandonai di Rovereto mercoledì 27 aprile alle 20.30. Si inserisce all’interno della Settimana Civica promossa dal Comune di Rovereto. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.

Promuovono lo spettacolo, un lavoro di fantasia che collega Afghanistan e Italia per capire le connessioni con il nostro occidente, Centro Pace Ecologia e Diritti Umani di Rovereto, Cava (Coordinamento associazioni per l’Africa della Vallagarina), Anpi Rovereto Vallagarina e Forum per la Pace e i Diritti Umani con il contributo della Fondazione Caritro.

Il progetto teatrale raccoglie e racconta l’appello della regista afgana Sahraa Karimi che, dopo la riconquista del potere da parte dei talebani, ha chiesto al mondo di raccontare ancora la situazione afgana.

Sahraa è stata la prima donna afgana ad ottenere un dottorato in cinematografia e la prima a diventare presidente dell’Afghan film Organization (AFA), da quando l’istituzione governativa per il cinema è stata fondata nel 1968. Nel 2019, quando si è aggiudicata l’incarico, era l’unica donna candidata.

“La catena afghana” è opera del collettivo di scrittura Tersite Rossi

La regista in una lettera aperta e accorata denuncia la tragica condizione delle donne afgane, condannate a vedere calpestati i loro diritti e frantumati i progressi compiuti nel percorso dell’emancipazione, a essere ridotte al silenzio e alla sottomissione in un Paese dominato dall’oscurantismo e dal fanatismo del regime talebano.

La serata intende proprio fare il punto sull’attuale situazione in Afghanistan, andando a denunciare la repressione delle proteste della società civile afgana e la negazione dei diritti delle donne. Molti passi indietro sono stati fatti in tema di rispetto dei diritti umani, soprattutto sui diritti delle donne: con il ritorno dei talebani, infatti, queste sono state escluse dalla vita politica e lavorativa e le ragazze non hanno più accesso all’istruzione.

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