Anche Cgil Cisl Uil prendono posizione dopo l’ennesima tragedia sul lavoro in Trentino, che questa volta ha riguardato la morte di un boscaiolo in val di Fiemme. “Quella nei boschi trentini dopo la tempesta Vaia è stata una vera e propria emergenza – denunciano Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Dall’inizio dei lavori di sgombro e ripristino l’Uopsal ha preso in carico ben 34 incidenti gravi o gravissimi. Uno su quattro di questi incidenti è costata la vita ad un lavoratore. Sono numeri inaccettabili di fronte ai quali non bastano più le parole di circostanza. È ora di agire. E’ chiaro come le attività di prevenzione e di informazione messe in campo finora non siano state sufficienti”.
I sindacati chiedono a Piazza Dante di convocare in tempi rapidissimi il Comitato provinciale Salute e Sicurezza e di mettere in campo subito azioni concrete di prevenzione e repressione. “Basta inerzia. Niente accade per tragica fatalità – insistono -. Accanto a chi perde la vita ci sono altri lavoratori costretti a portare avanti una vita dalla qualità profondamente compromessa. E’ un costo altissimo che non possiamo permetterci né di accettare né di pagare come persone e come comunità”.
Cgil Cisl Uil, dunque, insistono sulla necessità e urgenza di investire nell’aumento dei soggetti formati su salute e sicurezza. “Serve potenziare gli organici dei servizi ispettivi, di specializzarli e per realizzare controlli capillari sul territorio. Si potrebbe anche un nucleo del corpo forestale specializzato in prevenzione e controlli nei boschi. E serve prevedere la figura dei responsabili dei lavoratori per la sicurezza territoriali in tutti i settori a maggiore rischio, come l’ambito agricolo e quello forestale. Le imprese edili e del settore agricolo/forestale mettano a disposizione le risorse economiche necessarie per migliorare il livello di consapevolezza degli operatori, in modo da evitare questa strage”, concludono Faggioni, Bezzi e Alotti.
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