La prima Messa non si scorda mai

Ritorno a Miola di Pinè, dove insieme, 60 anni fa, concelebrarono la loro prima messa

Le 21.600 Messe dette in sessant’anni da don Vittorio Cristelli e da don Remo Dorigatti si sono riunite in un’unica concelebrazione, domenica 16 agosto, a Miola di Pinè, paese di origine dei due preti.

In verità, Vittorio Cristelli è nato in Belgio, a Chatelineau (28 novembre 1930) dove la famiglia era emigrata da Miola (il papà faceva il minatore).

Don Remo Dorigatti invece è nato proprio a Miola di Piné (5 maggio 1928). Assieme ad altri 19 seminaristi, entrambi furono ordinati preti a Trento, il 29 giugno 1955, dall’arcivescovo Carlo de Ferrari.

E quando, domenica 3 luglio 1955, furono accolti a Miola per la prima Messa, due gemelli di dieci anni, i fratelli Giorgio e Sergio Sighel, avevano recitato l’immancabile poesia di benvenuto davanti alla porta della chiesa parrocchiale. Cominciava così: “Don Remo, don Vittorio, grazie! Portiamo il saluto del popolo di Miola”…

Quell’estate, le strade dei due compaesani si divisero: don Remo fu mandato a Taio a fare il viceparroco (1955-1959), quindi tre anni ad Albiano. Dal 1962 è parroco a Mala, in valle dei Mocheni, e lì, tra la “sua” gente, ha annunciato domenica 16 agosto 2015 vorrà essere sepolto quando gli toccherà varcare la soglia dell’Infinito.

Don Vittorio Cristelli, dopo aver fatto il viceparroco a Mori (1955-1957) e a Oltrisarco (Bolzano) dal 1957 al 1961, ha fatto il catechista a Trento e studiato filosofia all’università di Padova dove si è laureato nel 1965. Dal 1967 al 1989 è stato direttore del settimanale diocesano “Vita Trentina”, mentre dal 1962 al 2005 ha svolto l’attività di docente alla scuola di Servizio sociale e molte altre attività, compresa quella del conferenziere in giro per l’Italia.

Considerata una delle penne più brillanti del giornalismo trentino, don Cristelli ha sempre rivendicato quale caratteristica del giornalista il ruolo di “cane da guardia” nei confronti del Potere. E il giornalismo come “voce di chi non ha voce”. Come il S. Sebastiano che figura sulla pala d’altare della chiesa di San Rocco, al suo paese, ha attirato nei decenni i dardi dei benpensanti e di quella parte di clero che mal digeriva la sua direzione del settimanale diocesano.

Nel giorno di San Rocco, patrono degli appestati, don Cristelli ha tenuto un’omelia sulla necessità che la comunità di Miola viva con “sapienza e con intelligenza”. La sapienza, ha detto, si manifesta nelle scelte che facciamo nella nostra vita “e per noi cristiani consiste, soprattutto, nell’incontrare Gesù Cristo”.

A conclusione della Messa, il parroco, don Stefano Volani, assieme ai consigli pastorali di Miola e di Mala ha ringraziato i due celebranti. Ha offerto loro una stola con l’immagine di San Rocco, il patrono della parrocchiale, e un disegno della chiesa di Miola preparato dai ragazzi della catechesi. Giusto l’anno scorso, la chiesa di Miola ha compiuto il secolo di vita essendo stata fabbricata nel 1914, dopo aver inglobato l’antica curaziale (oggi la sagrestia) che risaliva alla fine del XV secolo.

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