Ucraina, il grazie dell’arcivescovo Tisi alla comunità: “Ad oggi avete aperto ben 25 canoniche con cento profughi accolti”

L’arcivescovo Tisi ha ringraziato le canoniche che hanno aperto le porte ai profughi

Un grande grazie, quello dell’arcivescovo Lauro Tisi, a tutte le canoniche che hanno deciso di aprire le porte ai profughi in fuga dall’Ucraina. Il ringraziamento è arrivato questa mattina, 14 aprile, in occasione della Messa del Crisma celebrata in Duomo alla presenza di parroci e diaconi ma anche della comunità dei fedeli.

“In questi mesi ho visitato molte piccole comunità della nostra diocesi incontrando tante persone, compresi diversi giovani, che con la loro vitalità mi hanno fatto toccare con mano l’azione sorprendente dello Spirito – ha aggiunto l’Arcivescovo -. In questa direzione annoto con commozione la grande disponibilità vostra e delle comunità a voi affidate – ha detto rivolgendosi ai parroci trentini – nell’ospitare i fratelli e le sorelle ucraini. Ad oggi avete aperto le porte di ben 25 canoniche, con oltre 100 profughi accolti, senza dimenticare tante altre iniziative di solidarietà”.

Ad ascoltare monsignor Tisi, in Duomo, c’erano oltre duecento preti e religiosi che in questo giorno si uniscono al vescovo ricordano la loro ordinazione presbiterale, ma anche molti fedeli.

Monsignor tisi ha citato anche il teologo ceco Halik: “Se incontrassi una Chiesa senza ombre (…) certamente mi troverei davanti a un trucco infernale”: queste parole per ricordare che “Dio, senza alcun imbarazzo, ha scelto di piantare il seme della sua Parola nella nostra umanità perennemente accidentata”.

“Ci sarà sempre – ha ribadito don Lauro – una Chiesa umana e a volte disumana. Ci sarà sempre una Chiesa ferita e che ferisce”. Per don Lauro la “grande urgenza” dell’oggi è “tornare al reale”.

“I fatti – secondo monsignor Tisi – sono sottomessi alle parole: spesso diventano chiacchera, opinione, ipotesi, sensazione”. Di qui l’‘invito, in particolare al clero trentino, a fare “ritorno alla concretezza della vita con le sue immancabili luci e ombre: credo – precisa l’Arcivescovo – sia il dono da invocare in questo giorno in cui facciamo memoria del nostro ministero presbiterale”.

Commentando la benedizione degli olii santi, don Lauro ha ricordato i 10 catecumeni che in Diocesi riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana durante la Veglia pasquale, ma anche la testimonianza di fede dei preti defunti in quest’anno. Ed ha espresso infine un grazie a ragazzi e adolescenti incontrati in occasione delle Cresime: “Non sono un ‘problema’ ma il tesoro prezioso della nostra società. Evitiamo giudizi frettolosi e stroncanti e torniamo a parlare con loro” – e per il giovane Matteo che sarà ordinato prete nel mese di giugno.

Concelebrata dal vescovo emerito Bressan, dal vescovo missionario verbita Francesco Sarego e animata dal coro dei preti giovani, la Messa si è conclusa con il ricordo da parte del vicario generale don Marco Saiani dei preti che quest’anno celebrano anniversari significativi: monsignor Guido Avi, 104 anni di vita di cui ben 80 di sacerdozio; 60 anni di ordinazione per don Paolo Belussi, don Fiore Corazzola, don Davide Corradini, don Luigi Donati e don Adolfo Scaramuzza; 50 anni per don Carlo Daz; 25 anni don Stefano Anzelini e don Enrico Pret. Ricordati anche i 40 anni di ordinazione del diacono permanente Alberto a Beccara.

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