24 aprile 2022 – Domenica II di Pasqua C
Liturgia della Parola At 5,12-16; Ap 1,9-11.12-13.17-19; Gv 20,19-31
«Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Gv 19,21
Nella visione che apre l’Apocalisse, il Cristo risorto si rivolge a Giovanni con parole di consolazione e di speranza: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi» (Ap 1,17-18). Gesù di Nazaret è il Cristo crocifisso e risorto che ha in se stesso la vita, in modo talmente pieno, da poterla donare. È per donare a noi questa pienezza di vita (in questo consiste la salvezza), che il Figlio di Dio si è fatto Figlio dell’uomo ed ha attraversato per primo la soglia oscura ed angosciosa della morte, portando la nostra umanità nella vita stessa di Dio. Tutto ciò avviene per iniziativa del Padre, attraverso la disponibilità e la vita terrena del Figlio e grazie all’opera dello Spirito Santo, che agisce nella Chiesa per attualizzare in noi quest’opera di salvezza.
Apostolo significa inviato, mandato. L’azione della Chiesa nella storia si fonda sul fatto che gli apostoli sono mandati da Cristo, il quale a sua volta e prima di loro è mandato dal Padre: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Gv 19,21). L’azione della Chiesa nella storia è soprattutto dono di misericordia e di riconciliazione che sgorga dal costato aperto del Cristo crocifisso e risorto ed è possibile perché Gesù, a questo scopo, già la sera di Pasqua, ha donato agli Apostoli, cioè alla Chiesa lo Spirito Santo e il ministero della riconciliazione: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (cfr. Gv 20,22-23.). Infine, a partire dalla Pasqua del Cristo, l’incontro con Lui e l’adesione a Lui avverranno attraverso la fede che nasce dall’ascolto del Vangelo custodito e trasmesso nella Chiesa: “«Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» […] Questi segni sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20,29-31).
Noi oggi siamo inseriti in questa realtà che si chiama Chiesa, che è fondata sulla missione affidata agli apostoli e ai loro successori (i vescovi), che trasmette la testimonianza su Gesù crocifisso e risorto, che è perennemente assistita dallo Spirito Santo e per questo effonde la divina misericordia sulla nostra umanità. È importante che ne prendiamo sempre più coscienza ed è importante che aderiamo sempre più convintamente alla Chiesa, alla testimonianza che ci offre e al dono che ci trasmette, cosicché anche noi, credendo, possiamo avere la vita. È altresì importante che anche noi, proprio perché siamo diventati membra vive della Chiesa rendiamo la nostra testimonianza perché anche altri, pur senza aver visto il Risorto, possano credere e avere in Lui la vita.
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