Ha destato più amarezza che scalpore a Levico la lettera pubblicata il 21 dicembre 2016 dal settimanale nazionale “Chi” con una critica (infondata) al parroco di Levico Terme. Sul numero 54 della rivista diretta da Alfonso Signorini, infatti, una sedicente turista della cittadina termale affermava di essersi recata in chiesa per una preghiera e di non aver visto il presepe. “Ho parlato con alcuni paesani” scrive “Sara N.”, “e sono tutti dispiaciuti, perché il prete, per solidarietà con altre religioni, ha ritenuto giusto non farlo”. La signora, che ha incassato una sbrigativa risposta di consenso dal direttore, sostiene infine che non dobbiamo piegarci alle altre religioni e invita a “entrare con le scarpe in una moschea, per vedere quanto sono gentili”.
E' arrivata repentina la replica del parroco don Ernesto Ferretti, il quale ha negato decisamente l'affermazione della turista ed ha invitato i parrocchiani a scrivere al settimanale per testimoniare la verità dei fatti. Nella chiesa di Levico quest'anno, infatti, non uno, ma ben due erano i presepi allestiti per il tempo del Natale: quello classico vicino all'ambone (qualche metro più in là rispetto agli altri anni a causa delle impalcature per alcuni lavori in corso), e uno realizzato dai bambini in zona ben visibili all'ingresso; pressoché impossibile da ignorare.
“La falsità di questa lettera ci dice chiaramente l'intento di chi l'ha scritta”, ci confida don Ernesto, “e non ho dubbi nel riconoscere che dietro c'è sicuramente una persona del posto. Da quando sono parroco, infatti, mi è già capitato alcune volte di ricevere in forma di lettere anonime o pubblicazioni su riviste di bassa qualità delle diffamazioni nei miei confronti; ad esempio in occasione dei lavori di restauro dell'organo quando ero appena arrivato a Levico e ultimamente per l'apertura della porta santa in occasione della prima Messa di don Daniel Romagnuolo. Ma da parte mia sono molto tranquillo”, conclude don Ferretti, “sorretto dalla mia comunità che anche in questa occasione ha risposto all'invito di scrivere al direttore della rivista, primo tra tutti il sindaco Sartori, il quale ha ribadito le radici e il rispetto per la tradizione del presepe presente nostro paese”. A Levico era allestito un presepe anche nella piazza centrale, uno sulle sponde del Rio Maggiore, e non è mancato il presepe vivente la vigilia di Natale e il giorno di S.Stefano.
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