L'abbraccio del Papa ai pellegrini con il fazzolettone: “Siete preziosi per la Chiesa”. Tra loro anche 300 trentini

“Vi dirò una cosa, ma non vantatevi! Voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia”. Sentirsi dire “Grazie!” da Papa Francesco ha ripagato gli scout che affollavano piazza San Pietro (si parla di centomila persone, giunte da ogni regione d'Italia) dalle fatiche del viaggio.

I primi coraggiosi hanno preso posto ai piedi del colonnato già il giorno prima, passando la notte all’addiaccio. La piazza ha cominciato a tingersi di azzurro alle prime luci dell’alba, e ben presto il mare celeste si è riversato su via della Conciliazione. Bambini, ragazzi, giovani adulti e adulti meno giovani si sono dati appuntamento sabato 13 giugno in piazza San Pietro per l'udienza riservata all'Agesci, e il numero delle presenze ha superato le aspettative: mai tanti scout si erano radunati insieme prima d’ora, praticamente metà Associazione (che conta circa 180.000 soci, di cui 30.000 sono educatori) ha risposto alla chiamata a “fare bella la Chiesa”. Questo l'impegno che ha dato senso a questo ritrovarsi: esserci significava offrire concretamente alla Chiesa le proprie mani e i propri piedi, cuore e testa, “pronti a servire”.

Tra i pellegrini con gli scarponi e il fazzolettone c'erano anche 300 trentini, arrivati a Roma nella notte e ospitati da alcuni gruppi scout nei dintorni della capitale. Di buon mattino hanno raggiunto San Pietro per vivere l'attesa gioiosa che ha animato la caldissima mattinata, tra canti e preghiere.

Bergoglio arriva sul sagrato poco dopo le 11 a bordo della papamobile. Lupetti e coccinelle, esploratori e guide, rover, scolte e capi raccontano a Francesco il loro stile di essere Chiesa. Ecco quattro doni – il pane, frutto del lavoro dell'uomo; la terra “dei nostri paesi e delle nostre città”; le bende del buon samaritano; il Vangelo, la parola da ascoltare e seguire ogni giorno – e una preghiera, sintesi di oltre 150 scritte per l’occasione dai gruppi scout di tutta Italia: “Preghiamo perché tu possa mantenere sempre l'entusiasmo per guidarci a fare una chiesa semplice e pura”, e la salute per essere con noi ancora tanti anni “come un nostro capo, come un fratello maggiore”.

“Sono certo che l’Agesci può apportare nella Chiesa un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società”, risponde Francesco. Poi la missione affidata agli scout, lasciando per un attimo il discorso preparato, come a volerli guardare tutti negli occhi: “Mi raccomando: capacità di dialogo! Fare ponti, fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri. Voi fate ponti, per favore! E col dialogo, fate ponti”. “Questo – avverte – può avvenire solo a una condizione: che i singoli gruppi non perdano il contatto con la parrocchia del luogo, dove hanno la loro sede, ma che in molti casi non frequentano, perché, pur svolgendo là il loro servizio, provengono da altre zone”. Il Papa ha invitato i gruppi scout a trovare il modo di integrarsi “nella pastorale della Chiesa particolare”, collaborando con vescovi, parroci e con le altre associazioni ecclesiali presenti in parrocchia e sul territorio.

Nel tardo pomeriggio, tutti i trentini si sono ritrovati nella basilica di San Giovanni in Fiorentino, sul Lungotevere, per concludere con una Messa il loro pellegrinaggio e raccogliere insieme il mandato del Papa. Fare ponti nella Chiesa e fuori della Chiesa, sull’esempio di Francesco che quella stessa mattina ha proposto di stabilire una data fissa per la Pasqua, per poterla festeggiare lo stesso giorno insieme a tutti i cristiani: un gesto di apertura importante verso protestanti e ortodossi, in cerca dell’unità.

Si torna a casa con questa responsabilità, e con un po' più di coraggio: la sorpresa per i più piccoli di essersi scoperti Associazione – forse mai avrebbero immaginato che esistono tanti altri scout, così simili a loro non soltanto nell'uniforme -, la solida certezza per i grandi di non essere da soli nella costruzione di una Chiesa più bella e di una società più giusta.