Il viaggio di Davide, una settimana in Romania per aiutare le persone in fuga dall’Ucraina

Davide, il primo in basso a destra, alla Congregazione delle Suore della Madre di Dio, che accolgono persone in fuga dall’Ucraina

Una settimana intensa, quella di Davide Menguzzato, 22 anni, partito mercoledì 9 marzo alla volta della Romania assieme a due compagni di viaggio, Federico Montanesi e Benedetto Mucci, per prestare assistenza alla congregazione delle Suore della Madre di Dio, che in questo momento aiuta le persone in fuga dall’Ucraina.

Davide è rientrato da un paio di giorni. All’andata ha caricato nel furgoncino, noleggiato grazie all’aiuto della Caritas di Trento, medicinali e beni alimentari, mentre al ritorno ha portato in Trentino sei persone in fuga dalla guerra: un nucleo familiare composto da un bambino di 9 anni, madre e nonna, una ragazza di 21 anni con la madre, e un’altra signora che ha lasciato in Ucraina i due figli, arruolati per combattere.

“Con un’esperienza come questa riesci a dare un volto alle persone – spiega Davide Menguzzato -, ed è importante, perché spesso, guardando la televisione, non ci si riesce ad immedesimare con la situazione che stanno vivendo queste persone”.

La cittadina dove i tre ragazzi hanno prestato servizio è Sighetu Marmației, 40mila abitanti, alla frontiera tra Romania e Ucraina. “Ogni giorno questa frontiera è attraversata dalle 1500 alle 2000 persone – racconta Davide – che da lì si recano in altre località della Romania o in altri Paesi europei”. Ad attenderli, nella cittadina rumena, c’era suor Adriana, con la quale si sono sentiti per organizzare il viaggio. “All’inizio pensavamo che, stando lì per una sola settimana, saremmo stati un peso – dice Davide -, ma lei ci ha detto che sarebbe stata utile anche solo una semplice mano per scaricare i furgoncini che arrivano ogni giorno carichi di provviste e per trasportare le persone che arrivano alla frontiera fino alla stazione o fino al centro di accoglienza”.

L’ingresso in Romania. I tre ragazzi hanno prestato servizio a Sighetu Marmației, al confine con l’Ucraina

Come Davide, Federico e Benedetto, tanti giovani hanno scelto di prestare servizio in questo momento. “Oltre all’organizzazione e alla gentilezza dei rumeni, mi ha colpito molto la presenza di giovani volontari da tutta Europa“, dice infatti Davide, che al rientro ha dovuto fare i conti con i posti in pullmino – 9 per persone con disabilità, così da essere pronti ad accogliere chiunque – per capire chi portare. “Bisogna stare attenti a non smembrare nessun nucleo familiare – spiega -, non è per niente semplice. Parlando con le suore siamo riusciti a capire chi potevamo portare: è un lavoro che si basa soprattutto sul dialogo”.

Davide continua a vedere le persone che ha trasportato dalla Romania al Trentino. “Cercherò di dare una mano per quello che posso – conclude -. Oggi sono stato con loro tutta la giornata, ma sono preoccupato. Ci sono un sacco di persone accolte in Trentino in questo momento. Un sacco di persone che hanno molte necessità. Spero veramente che riusciremo a organizzare l’accoglienza nel migliore dei modi”.

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