Ricordate il lockdown? Ora sembra passata un’eternità, ma solamente pochi mesi fa, la pandemia da Covid-19 ci costringeva ad un lungo periodo di confinamento forzato, tra chiusure, isolamento e coprifuoco. È in quel momento che tanti italiani hanno riscoperto il valore di alcune piccole attività artigianali e artistiche, ed è sempre in quel momento che è nato il percorso di “ricAMARE IL MONDO”, il progetto dell’artista trentina La Chigi, nome d’arte di Chiara Girardi, da poco conclusosi con un’esposizione presso la Sala Thun a Torre Mirana a Trento.
Tanti i visitatori che durante l’apertura della mostra hanno potuto ammirare le opere esposte, manufatti ready made, installazioni ed oggetti, tra cui il particolare progetto artistico di arte relazionale “Distanziamento”, realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Kaleidoscopio di Trento, che gestisce per il comune di Trento il Centro Servizi Anziani “Contrada Larga”.
Le mani che hanno realizzato l’opera sono infatti quelle di quattordici signore di “Contrada Larga”. Ognuna di loro ha infatti ricamato, sotto la guida dell’artista, una lettera su un fazzoletto, utilizzando un diverso colore dell’arcobaleno.
Unite tra loro, le lettere danno forma alla parola Distanziamento, parola negli ultimi tempi forse abusata, dal significato salvifico, dal punto di vista sanitario, ma allo stesso tempo devastante, per quanto riguarda i rapporti sociali. “Ritessere le relazioni era il primo obiettivo di questo progetto”, ci spiega La Chigi: “E lo abbiamo raggiunto nel momento dell’inaugurazione della mostra, quando erano presenti anche le quattordici signore. È stato lì che hanno capito il senso del lavoro che avevano svolto singolarmente nel secondo lockdown: chiuse nelle loro abitazioni, sapevano di contribuire a una parola, ma soltanto vedendo l’opera conclusa si sono rese conto di quanto sono state importanti e hanno capito il contributo del loro lavoro, che prima avevano forse minimizzato”.
Al termine dell’esposizione, l’artista è molto soddisfatta anche per la risposta del pubblico, che ha capito e apprezzato lo spirito: “L’opera è molto coinvolgente, rappresenta un lavoro collettivo anche nella fruizione, perché vive nello sguardo delle altre persone”. “Distanziamento” non è stata l’unica opera esposta che ha saputo cogliere nel segno le emozioni dei visitatori, racconta ancora La Chigi: “Senza volerlo, si è rivelata molto attuale un’installazione che si intitola “The game of life”. Si tratta di una specie di gioco per insegnare l’empatia, in cui bisogna far passare dei tappi vicino ad alcune piccole casette senza farle crollare. Idealmente siamo una di queste casette, e non possiamo rimanere insensibili alla caduta delle altre, che rappresenta il dolore che noi vediamo. Allo stesso modo nessuno di noi può rimanere indifferente di fronte alle immagini che ci arrivano dall’Ucraina”.
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