Chi canta prega due volte. Purtroppo nemmeno questo potrebbe bastare a placare il frastuono delle armi e disinnescare le minacce proferite a muso duro ai confini dell’Europa unita, dove aleggia un clima via via più teso e umanamente incomprensibile. Accogliendo l’accorato appello del Santo Padre a rispondere all’insensatezza della violenza con “le armi di Dio”, il Coro Santa Chiara dell’omonimo ospedale di Trento si stringe al popolo ucraino martoriato dai bombardamenti.
Per dire “no alla guerra” i suoi venti e più coristi, tra dipendenti dell’Azienda sanitaria, residenti di quartiere e simpatizzanti, intratterranno l’uditorio con il “Dona Nobis Pacem”. Diretto dal maestro Federico Viola l’appuntamento canoro, con fiaccole in mano, è per lunedì 21 marzo alle 21 sulla gradinata antistante la cappella del nosocomio.
Per buttare il cuore oltre l’ostacolo delle divergenze legate ai ruvidi negoziati tra Kiev e Mosca e incontrarsi in nome dei valori della democrazia e della libertà accettandosi come figli dello stesso Padre e sostenendosi spiritualmente. Per farsi partecipi delle sofferenze di un popolo alle prese con un’insensata intensificazione di violenza sfociata in questi sciagurati giorni in una crisi umanitaria senza precedenti.
Perché sia pace sempre e ovunque, anche negli anfratti più torbidi dell’umanità.
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