È stata presentata stamane al presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, con un deposito di 710 firme raccolte in loco, la petizione popolare avviata da un comitato spontaneo delle Giudicarie preoccupato dalle “emissioni in atmosfera di sostanze odorigene e chimiche provenienti dall’impianto di produzione di bitume e asfalto sito sul Comune di Borgo Lares e appartenente alla ditta Mazzotti Spa, che secondo i promotori, “potrebbero pregiudicare la salute pubblica dei cittadini che abitano nelle frazioni di Saone, Tione, Preore, Ragoli, Montagne, Zuclo, Bolbeno, Tione, oltre ad impedire il normale svolgimento della vita quotidiana da parte delle persone”.
“Già durante la Campagna di misura della qualità dell’aria di Tione e Saone (tra il 2007 e il 2009) – si legge nel testo della petizione – si erano rilevate quantità preoccupanti di varie sostanze inquinanti e cancerogene legate ad emissioni di processi industriali: in particolare composti che appartengono alle famiglie dei COV – composti organici volatili – e IPA – idrocarburi policiclici aromatici sono possibili agenti cancerogeni per l’uomo. I valori dei vari IPA sono risultati relativamente elevati, le concentrazioni di toluene sono risultate superiori a quelle normalmente attese e misurate in ambito urbano, una presenza verosimilmente riconducibile ad attività produttive in quanto le concentrazioni più elevate si registrano nei giorni lavorativi. Le ultime modifiche apportate all’impianto di produzione del bitume (agosto 2021) riguardano solo il combustibile impiegato per riscaldare i materiali che compongono l’asfalto (si passa dal btz al metano, ndr): tale intervento non riduce e non limita in nessun modo le emissioni chimiche provenienti dalle sostanze bituminose e dagli additivi chimici impiegati nelle lavorazioni. La popolazione ha il diritto di chiedere e pretendere la tutela della salute e la libera fruizione del territorio, che viene prima di qualsiasi attività economica e produttiva; la vicinanza di scuole dell’infanzia e aree di gioco/sport per bambini e ragazzi con le gravi ripercussioni sulla loro salute costituiscono una grave situazione di pericolo che deve essere risolta. Inoltre tale zona rappresenta dal punto di vista turistico la “porta di entrata” nelle valli Giudicarie e Rendena, con perdita di attrattività e qualità ambientale necessaria sia per i turisti che per gli abitanti del luogo”.
Per questi motivi, il comitato chiede chiaramente a Provincia e sindaci della zona di intervenire, affinché si risolva la problematica con l’impiego delle migliori soluzioni tecniche/tecnologiche esistenti, o in alternativa – dice la petizione – si faccia chiudere o spostare l’impianto.
A palazzo Trentini per la consegna delle firme si sono presentati Giacomo Scalfi, Sandro Ballardini e Lorenzo Zoanetti, tutti allineati nel riconoscere all’azienda in questione – attiva con questo impianto fin dagli anni Sessanta – il diritto ad esistere e il superamento fin qui di tutti i controlli eseguiti da Appa. “Resta il fatto – dicono – che la produzione di bitume, sospesa d’inverno e prossima ora a riprendere, rende impossibile vivere tranquillamente nelle case distanti poche centinaia di metri, dove aprire la finestra significa esporsi a zaffate insopportabili, che impregnano perfino le lenzuola. Chiediamo – hanno esposto a Kaswalder – semplicemente di affrontare e risolvere in tempi ragionevoli questa incompatibilità”.
La petizione sarà quindi discussa in Commissione, con audizioni e l’invito a confrontarsi sul tema all’assessore all’ambiente Mario Tonina.
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