Chi rischia la vita per la fede

"Come mai i missionari conservano un così grande entusiasmo nel ritornare ogni volta in missione?". La risposta si trova racchiusa negli episodi di vita quotidiana narrati da padre Carlo Plotegheri, missionario comboniano in Sudan che ha portato la sua testimonianza durante la veglia di Pentecoste dedicata ai martiri contemporanei e animata da movimenti ecclesiali e nuove comunità del Trentino presieduta dall'arcivescovo Luigi Bressan sabato scorso in Cattedrale.

"Esiste un legame forte che già ci unisce al di là di ogni divisione: è la testimonianza dei cristiani, appartenenti a chiese e tradizioni diverse, vittime di persecuzioni e violenze solo a causa della fede che professano (30 aprile 2015)". Ricordando questo recente intervento di Papa Francesco sulle persecuzioni subite in tutto il mondo dai cristiani, monsignor Bressan ha invitato a rompere muri di indifferenza e pregare perché i persecutori si convertano e chi è colpito nel diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa rimanga coerente nella testimonianza della non violenza.

"Aiutaci, Signore a restare fermi anche nella prova e contenti di appartenere a te – ha raccontato padre Plotegheri – leggiamo negli Atti degli apostoli, ai tempi delle persecuzioni, e colpisce il fatto di trovare lo stesso atteggiamento in Sudan: un popolo abituato a vivere alla giornata, nella precarietà data dall'assenza di un lavoro fisso, eppure stupisce l'ottimismo che si respira nelle comunità. Sono molto devoti alla Madonna e ci sono giovani che camminano anche per 30 chilometri per venire alla messa e prima che inizi recitano il rosario, preparano i canti e poi, quando è finita, si fermano a pregare. Sono loro stessi a chiedere che vengano organizzati ritiri spirituali a cui si preparano digiunando, dedicandosi in silenzio alla meditazione personale della Bibbia e confessandosi".

Un vivere concretamente la fede che trasforma anche chi non è cristiano: “Durante gli incontri di preghiera, un vicino di casa teneva sempre accesa la radio a tutto volume, poi un giorno è scoppiato un incendio e i giovani hanno salvato i mobili della sua abitazione. Lui è rimasto talmente colpito dalla loro capacità di perdonarlo che ora, quando pregano, tiene spenta la radio”. È questo il “lavoro” dello Spirito Santo che fa diventare le persone migliori: “Sappiamo che in tutto il mondo i cristiani rischiano la vita, ma sono sostenuti dal Signore che cambia i cuori delle persone”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina