Le risposte trentine

All’uscita del questionario per il Sinodo dei Vescovi 2015, il Centro Famiglia si pose il problema della sua fruibilità. Non c’erano indicazioni circa i destinatari del questionario ed esso si presentava piuttosto complesso: non solo le 46 questioni richiedevano la lettura della Relatio synodi (dell’ottobre 2014) ma esse stesse erano articolate in sottodomande che aumentavano il ventaglio delle risposte. Dopo una serie di confronti con l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia ed altre diocesi, il Centro Famiglia ha preferito individuare una decina di interlocutori ai quali assegnare alcune delle domande del questionario a seconda degli aspetti che li toccavano da vicino: ad esempio, comunità parrocchiali, operatori di pastorale familiare, Seminario, uffici pastorali, insegnanti di religione e docenti dello Studio Teologico Accademico e del Centro per le Scienze Religiose, associazioni e movimenti che si occupano di famiglie, consultori familiari, gruppi di sostegno a persone separate divorziate o risposate, il Tribunale Ecclesiastico… Nell’arco di un mese e mezzo sono pervenuti circa una cinquantina di contributi di risposta al questionario: una trentina di questi provenienti da Consigli pastorali parrocchiali o di Unità Pastorale, da Consigli decanali e da gruppi famiglie.

Enrico Delama, direttore del Servizio di consulenza socio-pastorale ha curato una prima sintesi dei contributi cercando di rendere conto delle diverse sfumature di significato presenti nelle risposte: tale documento ha costituito una base di partenza affinché il Centro Famiglia -in particolare don Albino Dell’Eva, Francesco Ghia e Alberto Zanutto- potesse elaborare una relazione sintetica presentata all’Arcivescovo e poi inviata a Roma.

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