È stato inaugurato lo scorso 12 febbraio il nuovo percorso espositivo permanente al Planetario del Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto, struttura unica in provincia, completamente rinnovata con un nuovo e spettacolare allestimento, immersivo ed esperienziale, che si unirà alle già amatissime lezioni di astronomia sotto la cupola che simula la volta celeste.
L’allestimento, curato da Chiara Simoncelli e Martina de Maio della sezione di astronomia del museo, si articola in tre spazi molto diversi tra loro, che trattano la storia dell’esplorazione spaziale, gli elementi del sistema solare e ciò che ne è al di fuori: stelle, nebulose, galassie. Le tematiche principali sono poi approfondite con focus sui viaggi interplanetari, sulle ricerche sulle stazioni spaziali, sulle più recenti scoperte nel campo dell’astrofisica. Temi complessi ma tradotti in un linguaggio alla portata di tutti, anche grazie ad efficaci supporti multimediali e visori VR.
Il percorso, il cui design è stato studiato dal museo con We-exhibit di Venezia, si apre con una copia ricostruita fedelmente su disegni della Nasa del telescopio di Hubble. Si passa poi attraverso un ambiente tipico di una navicella spaziale per addentrarsi nel buio dello spazio, dove si incontrano tutti i pianeti del sistema solare con le loro caratteristiche, ricostruiti in scala e realizzati a mano da un artigiano milanese appositamente per il il museo, per finire una sezione sullo spazio profondo, con oggetti sempre più lontani, circondati da nebulose, ammassi di stelle e galassie.
“Si tratta del primo passo nel percorso di riallestimento del Museo di Scienze e Archeologia a Palazzo Parolari, che non è solo un ammodernamento dell’esposizione, ma anche un ripensamento del modo di comunicare la scienza e la ricerca del museo, un modo che sia sempre più accessibile” commenta il Presidente della Fondazione Giovanni Laezza, “e che possa raggiungere il più ampio pubblico possibile”. Un concetto questo ribadito anche dall’assessora alla cultura del Comune di Rovereto Micol Cossali: “Il Comune sarà sempre al fianco della Fondazione per diffondere la consapevolezza della scienza a più livelli, grazie a un ente di cui siamo fieri perché è al servizio della comunità e anche perché il suo valore va al di là della valenza locale. Si tratta di un ripensamento del museo anche nelle sue funzioni, che tiene conto anche di chi lo frequenta e lo abita, della sua complessità e delle sue conoscenze, che formano le ricchezza dei musei”.
“E’ stato importante per noi aprire già ora questo percorso astronomico”, prosegue la direttora Alessandra Cattoi, “e inaugureremo presto anche una nuova spettacolare mostra. In estate invece chiuderemo una parte del museo per cominciare i lavori del nuovo allestimento definitivo, ma la cosa importante è che la struttura rimarrà comunque in visitabile e fruibile anche durante i riallestimenti. Non vogliamo più chiudere le porte”.
Particolarità, a qualche giorno della Giornata Internazionale per le Donne e le Ragazze nella Scienza, ad accompagnare virtualmente il nuovo percorso astronomico sono sei donne, sei scienziate che si sono distinte nei relativi ambiti nel corso della storia per scoperte o ricerche, e che spesso sono state osteggiate (a volte addirittura uccise), disincentivate, disconosciute a favore dei colleghi uomini: la filosofa e scienziata Ipazia (I secolo a.d.), l’astronoma e matematica Caroline Herschel a cavallo tra ‘700 e ‘800, l’astronoma Annie Jump Cannon tra ‘800 e ‘900, e, in tempi più recenti, le astrofisiche Susan Jocelyn Bell Burnell e la roveretana Angioletta Coradini, oltre alla prima astronauta donna dell’ESA Samantha Cristoforetti.
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