La primavera 2021 non è stata clemente con gli apicoltori trentini, che hanno segnalato una scarsa produzione di miele dovuta in particolar modo alle condizioni climatiche. Trecentomila euro è il valore complessivo degli indennizzi provinciali destinati a chi vive d’apicoltura, che l’anno scorso ha sofferto una minore produzione di miele e maggiori costi di mantenimento dei nuclei delle api. Ciò è dovuto all’andamento climatico, che è stato particolarmente sfavorevole nei mesi di aprile e maggio 2021.
La misura, proposta dall’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli, è stata approvata dalla Giunta provinciale. Le domande di contributo potranno essere presentate a partire da lunedì 14 febbraio e fino al 31 marzo, scrivendo alla casella pec del Servizio agricoltura serv.agricoltura@pec.provincia.tn.it. Il modulo appositamente predisposto è disponibile sul sito internet istituzionale della Provincia (qui il link).
L’indennizzo è rivolto agli apicoltori che hanno subito una perdita del reddito da lavoro e che operano in forma imprenditoriale, dimostrabile da un minimo di 40 alveari denunciati come produzione per la commercializzazione e rilevabili dalla Banca dati nazionale dell’apicoltura, la quale fa parte della Banca dati nazionale della zootecnica del Ministero per la Salute.
Le associazioni del settore avevano infatti denunciato la “mancata produzione primaverile” e la necessità di alimentare artificialmente le api. Le produzioni di miele millefiori, acacia e melo sono state nulle, mentre in montagna il miele prodotto è stato consumato dalle famiglie per il loro sostentamento. Questo quanto si osserva dal report regionale dell’Osservatorio nazionale del miele, che riporta i dati della scorsa primavera. In primavera, infatti, solitamente si raccoglie il 70-80% della produzione annuale: si tratta quindi di una stagione molto importante per gli apicoltori.
Anche gli agricoltori che hanno subito perdite nella produzione olivicola del 2021 potranno chiedere gli indennizzi provinciali, che ammontano a 300mila euro. La produzione olivicola è stata ridotta a poco più del 12% rispetto agli anni scorsi.
Gli aiuti sono stati calcolati secondo i dati forniti dalla FEM (Fondazione Edmund Mach): l’indennizzo riconosciuto ammonta a 2.000 euro per ogni ettaro di oliveto. L’importo sarà ridotto a 1.500 euro per ettaro, qualora l’azienda non abbia stipulato una polizza assicurativa a copertura di almeno il 50% della produzione aziendale annua o del reddito ricavato dalla produzione aziendale per i rischi climatici più frequenti. Il massimale dell’aiuto concesso per ogni azienda è di 25mila euro. Gli indennizzi non sono cumulabili con altri aiuti pubblici.
Secondo la Fem, l’andamento climatico del 2021 era stato caratterizzato da gelate tardive, alte temperature estive ed una scarsa piovosità. Condizioni che hanno compromesso la quantità di olive e la loro qualità, per una perdita economica stimata per ogni ettaro pari a 3.785,60 euro. Nello specifico, la produzione 2021 delle olive coltivate è stata di 1.697 quintali, corrispondente a 1,2 chili a pianta con una resa media di olio del 13,43% (la produzione media dal 2000 al 2021 era di circa 14mila quintali, per una resa media di olio del 16,1%).
Lascia una recensione