La profetessa Debora, che compare nel Libro dei Giudici dell’Antico Testamento, “cambia le prospettive di genere, parlando a nome di Dio”. La biblista Donatella Scaiola ha citato questa figura, oltre che la regina Ester, nel corso della prolusione del nuovo anno accademico dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Romano Guardini e dell’Istituto Teologico Affiliato, che si è tenuta martedì 8 febbraio.
“La loro storia – ha sottolineato Scaiola parlando di queste figure – mostra un Dio nascosto, la cui presenza va individuata nella storia, un Dio che consegna dei valori che ritroviamo rappresentati nella diaspora, nella marginalità, nella debolezza”.
“Entrambe incarnano un modello di potere come servizio, che si esprime soprattutto nell’esposizione di sé – ha aggiunto la biblista – una scelta che non garantisce il successo ma che rappresenta per noi una lezione di particolare attualità”.
L’intervento di Donatella Scaiola è stato preceduto da quelli di don Andrea Decarli, delegato diocesano per la cultura, don Tiziano Telch, rettore del seminario diocesano, e Leonardo Paris, professore stabile di Teologia Dogmatica.
“Lo spirito ci aiuti a riscrivere la modalità con cui gestire il potere – ha detto invece in un momento introduttivo l’arcivescovo Lauro Tisi -, sulle corde di quella interpretazione stupenda che ne ha fatto Gesù di Nazareth in quei piedi lavati e in quel suo abbassarsi che è la cifra su cui pensare il potere”.
Il Vescovo si è espresso anche sul rapporto tra donne e potere nella Chiesa. “Se spesso nella Chiesa il potere ha assunto la connotazione di violenza, aggressività e dominio – ha detto -, è perché nella Chiesa le donne sono lontane dall’assunzione di responsabilità più grandi. L’auspicio è che, rileggendo le pagine della Scrittura, possiamo avere il coraggio di inserire in maniera strutturale le donne lì dove si prendono decisioni, per impedire al potere di diventare arbitrio e per essere invece forza mite del meraviglioso Dio che, proprio perché ha potere, si abbassa per servire”.
Qui per rivedere l’incontro, che è stato anche raccontato da Patrizia Niccolini sul numero di questa settimana di Vita Trentina:
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