Commemorazione molto intima quella dedicata alle vittime del Cermis a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia.
I sindaci della valle, rappresentanti della Magnifica Comunità di Fiemme e del mondo associazionistico, si sono ritrovati nella chiesa dell’Addolorata su invito dell’amministrazione di Cavalese per assistere a una Messa in suffragio. Quindi nessun corteo ed eventi collaterali hanno accompagnato il duplice ricordo delle tragedie che hanno colpito l’impianto funiviario.
Era il 9 marzo 1976 quando la fune portante della cabinovia fu tranciata da quella traente. La navicella precipitò al suolo provocando la morte di 42 persone (tra queste 15 giovanissimi di età compresa tra i 7 e i 15 anni oltre al 18enne manovratore della cabina).
E arriviamo al 3 febbraio 1998 con un analogo schianto. Venti morti, di sei paesi europei, a causa di un volo americano fuori legge: troppo basso e troppo veloce. Nessuno pagò per quel disastro. Gli accertamenti giudiziari e le vicende processuali, sottoposti ai vincoli degli accordi internazionali, si conclusero con un nulla di fatto.
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