Nel nuovo anno con fiducia e speranza

L’arcivescovo di Vienna ha invitato ad avere fiducia nella natura, nella scienza e nelle persone nel suo discorso di fine anno

Ci sono buone ragioni per entrare nel nuovo anno con fiducia e speranza. Ne è convinto il cardinale Christoph Schonborn, arcivescovo di Vienna. La fiducia nella natura, nella scienza e nella bontà delle persone sono state al centro del discorso di fine anno, trasmesso dal museo della Cattedrale viennese dalla televisione pubblica austriaca (ORF 2).

La pandemia sarà superata? Cosa ci aspetta nel prossimo anno? Schonborn, senza tacere delle preoccupazioni, ha sottolineato le ragioni della speranza.

“Prima di tutto la fiducia nella natura. Non l’abbiamo creata noi. Ci è stata affidata. Sono stato gravemente malato due volte. Sento come la salute è tornata nel corpo – qualcosa di meraviglioso. La natura ha fatto questo. La medicina può dare una mano, ma da sola non riesce. Anche una vaccinazione non ti rende sano, ma rafforza la natura, il sistema immunitario”.

Una seconda ragione per essere fiduciosi è però proprio la scienza. “La scienza è vista oggi da molti in modo critico. Naturalmente, si può sempre abusarne. Ma vorrei fare una lode alla scienza, specialmente la ricerca medica. Quanto dobbiamo essere grati alla ricerca su scala mondiale per sconfiggere il virus e le sue conseguenze?”. Scienza e ricerca “lavorano insieme, lavorano in tutto il mondo per creare buone soluzioni per noi”. Del resto “Dio ci ha dato la ragione, la mente, affinché la usiamo. La scienza lo fa. E lo fa, nel complesso, per il nostro bene”.

Ma c’è anche una terza ragione, secondo il cardinale, per essere fiduciosi. “Ho grande fiducia nella bontà delle persone“, dice. “Dico sul serio. Le persone, tutti noi, siamo naturalmente deboli, abbiamo difetti, commettiamo anche cose cattive. Ma nel complesso, la natura umana è incline al bene. Penso ai molti che lavorano nella professione infermieristica o come medici. Sappiamo quanta dedizione ciò significhi. Penso alle famiglie che si prendono cura dei loro malati e anziani a casa. Penso all’aiuto dei vicini, alla volontà di aiutare in situazioni difficili. Penso al lavoro ben fatto. Penso alla gentilezza del cuore di tante persone”.

Insomma: “La bontà è più forte di tutto il male che esiste nel mondo e che purtroppo esisterà anche in futuro”.

Queste dunque le tre ragioni che l’arcivescovo di Vienna offre per andare incontro al 2022 con fiducia. Ma, dice Schonborn, “cito anche una quarta ragione, che è anche condivisa da molte persone in Austria: è la fiducia in Dio. Dio dice sì a questo mondo e ci dà la garanzia che alla fine andrà bene. Possiamo entrare nel nuovo anno con questa speranza. Non sappiamo cosa dovremo affrontare, potremmo dover affrontare difficoltà e sofferenze. Ma una cosa è certa: la fiducia che le cose potranno andare bene è più forte delle preoccupazioni”.

Anche il vescovo di Innsbruck, Hermann Gletter, è intervenuto alla televisione, esprimendo il desiderio di entrare in questo nuovo anno il più possibile riconciliati.

La riconciliazione è un “dono enorme” che libera la forza dell’uomo per i problemi futuri. Ma la riconciliazione richiede anche la “decisione per il tu, la disponibilità ad affrontare le cose e a correggersi”. Allora la riconciliazione può davvero togliere ciò che ci appesantisce.

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