La contestazione al progetto della circonvallazione ferroviaria di Trento, da Roncafort a Mattarello sotto la collina Est della città, con l’ingresso in galleria da Nord previsto all’altezza del quartiere di San Martino, prende forma, coalizzando associazioni, comitati e singoli cittadini che, pur con idee e posizioni diverse, ritengono che l’opera, così come è prevista, non vada fatta.
Le prime avvisaglie di quello che potrà accadere quando su Trento caleranno i cantieri per la messa in opera del passante ferroviario si sono avute con l’arrivo notturno delle trivelle per ulteriori sondaggi del sottosuolo, come chiesto dall’amministrazione comunale alle Ferrovie, giunte scortate da un imponente schieramento di Forze dell’Ordine.
Un’assemblea popolare cittadina è convocata domenica 28 novembre a partire dalle ore 14 all’Assicura Arena in località Acquaviva, 4, sulla statale 12 del Brennero tra Mattarello e Besenello, dal cosiddetto “Gruppo 11 domande” (autore di un corposo documento con altrettanti interrogativi sulla circonvallazione ferroviaria rivolti al sindaco di Trento), dal Comitato No Tav Trento, dal Sindacato di Base Multicategoriale (SBM), e da Extinction Rebellion Trentino, Legambiente Trentino, Collettivo Universitario Refresh.
L’assemblea popolare cittadina e le ragioni che hanno portato a convocarla sono state illustrate questa mattina a Trento da Antonella Valer e Franco Tessadri del Comitato 11 domande e da Gabriele Lusini del Comitato No Tav Trento.
“Quello che l’assessore Facchin chiama dibattito pubblico finora è stato solo uno strumento per la creazione del consenso intorno a un’opera che, così com’è concepita, la popolazione non vuole”, ha detto Antonella Valer, annunciando che domenica 28 saranno messi sul piatto tutti i dubbi e le critiche al Progetto di fattibilità Tecnico Economica presentato da RFI (Rete Ferroviaria Italiana Spa).
Franco Tessadri ha dato voce alla preoccupazione della gente di Mattarello e dell’altopiano della Vigolana per le falde acquifere sotto la collina Est.
“E’ grave che non ci sia spazio per alcuna mediazione e che si neghi la possibilità di valutare ipotesi alternative motivando ciò con la necessità di fare in fretta per non perdere i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilianza”, ha osservato Gabriele Lusini, che ha anche definito il “Metaprogetto” – comprendente, oltre alla circonvallazione ferroviaria, l’interramento dei binari della ferrovia storica nel centro urbano, il sistema di collegamento rapido tra Nord e Sud della città (Nordus) e la stazione sotterranea – “un paravento” per distogliere dalle ricadute del progetto della circonvallazione ferroviaria, con i rischi e dai disagi derivanti dalle opere di cantierizzazione e dalle conseguenze sulla viabilità e sulla vivibilità urbana.
L’assemblea di domenica servirà anche per “ragionare su strategie di opposizione all’opera”.
Nel dibattito interviene anche l’associazione “Terra fra i Monti – Tiroler Heimat” Trento. Schierandosi “nettamente” con la Rete dei Cittadini, ricorda che le discussioni sul passaggio in sinistra o destra Adige (come riproposto dalla Rete dei Cittadini) “non sarebbe esistito se la politica locale, della PAT, non avesse bocciato nel 2003 l’originario progetto di RFI, che prevedeva appunto il passaggio in tunnel in destra Adige, dalla piana Rotaliana alla zona a sud di Rovereto”, per la contrarietà degli agricoltori preoccupati per la perdita di terreno agricolo.
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