L’intenzione dell’amministrazione comunale di Trento di costruire nuovi servizi igienici pubblici in Piazza della Fiera, davanti al Torrione, non convince pienamente la sezione trentina di Italia Nostra, associazione da anni attiva nella tutela del patrimonio storico, artistico e naturale.
“Non c’è dubbio che un’adeguata dotazione di servizi igienici per cittadini e turisti sia una necessità, e che la loro qualità fornisca un’eloquente testimonianza del livello di civiltà di una comunità e della sensibilità della sua amministrazione”, spiega Italia Nostra, che però definisce come “sconcertante“, la scelta di collocare i servizi igienici “in bell’evidenza, fuori terra, davanti al Torrione e a lato delle Mura, proprio davanti alla “porta” sud della città storica”.
“Se “la città è come una grande casa e la casa una piccola città”, come affermava Leon Battista Alberti nel De Re Aedificatoria, chi mai metterebbe il gabinetto proprio in mezzo all’ingresso? – si chiedono i rappresentanti trentini dell’associazione nella nota diffusa -. Ogni paesaggio, anche quello urbano, è fatto di gerarchie: la sua composizione contiene elementi primari emergenti – enfatizzati in termini di dimensione, di collocazione, di qualità estetica – ed elementi secondari che fanno da sfondo scenico, e che devono rimanere “al loro posto” di oggetti subordinati. Porre al centro della scena civica un edificio secondario è di per se un’incongruenza urbanistica e paesaggistica, ma assegnare addirittura a delle latrine, per quanto lussuose, il ruolo di “protagonista” di una delle principali piazze urbane, è uno sfregio senza senso”.
Non si limita alla critica, la riflessione di Italia Nostra Trento, che oltre a chiedere all’amministrazione comunale di sospendere l’esecuzione del progetto, propone soluzioni alternative per lo spazio recuperato alla città dalla rimozione dell’edicola, che “dovrebbe essere piuttosto l’occasione per ripensare le due infelici uscite del parcheggio, con le loro forme puerili e le loro lucide lamiere metalliche del tutto estranee al contesto. Due presenze infelici, che si sarebbero potute evitare con un minimo sforzo progettuale, ma che ormai – essendo difficilmente eliminabili – si potrebbe almeno tentare di “fare belle”. Infine, in questo importante luogo urbano, antiporta meridionale del centro storico, punto d’incontro, d’aggregazione e d’animazione, sembra ci si dimentichi della presenza più importante, che lo caratterizza fin dalle origini: la cinta muraria medievale, che ha protetto la città dal XII al XIX secolo, il cui unico tratto integro è ora messo in secondo piano, distaccato dalla piazza dalla dismessa edicola, dei pergolati, dei muretti delle aiuole che delimitano la corsia degli autobus. È del tutto inopportuno occultare ulteriormente questa straordinaria struttura medievale. Si dovrebbe piuttosto assicurarle una presenza diretta sulla scena della piazza, riconsegnarle il suo ruolo all’interno dello spazio urbano, com’è stato fino agli inizi degli anni 2000 e com’è ancora oggi per tutte le città murate che con orgoglio mettono in evidenza le antiche cinta murarie”, conclude il comunicato.
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