In una Parigi – Roubaix da leggenda che ha incoronato ieri il campione europeo Colbrelli, prestazione super anche per il nostro Gianni Moscon, che aveva illuso i suoi tanti tifosi di poter riportare il “Cubo di Pietra” in Trentino, dopo la tripletta di Francesco Moser. In una gara resta ancora più epica dalle pessime condizioni meteo, sempre all’attacco e per tanti chilometri solo al comando della corsa e frenato solo dalla “sfortuna”. Sfortuna naturalmente tra virgolette, perché in una gara simile – 258 chilometri dei quali quasi 60 chilometri sul pavè più simile al sapone che alla pietra – può davvero succedere di tutto, in qualsiasi momento.
Il trattore della val di Non, lasciati i compagni di fuga a cinquanta dall’arrivo, arriva a guadagnare oltre un minuto e dieci secondi sui primi inseguitori, gruppetto formato da Colbrelli, Vermeersch e Van del Poel. Poi ai meno trenta la foratura della ruota anteriore e lo svantaggio del secondo gruppo che scende a 42 secondi. Il trentino non molla ma pochi chilometri dopo, nel settore sette, scivola sul pavè.
Un colpo da ko, ma il trentino della Ineos non vuole certo alzare bandiera bianca: continua nella sua azione, nonostante il suo vantaggio si sia ridotto a una manciata di secondi che si azzerano a sedici dal traguardo. È questione di minuti, quelli che erano i suoi più diretti inseguitori tirano il fiato, poi Colbrelli accelera sul pavè, Moscon non ha più le gambe per rispondere, ma nonostante la stanchezza riesce a resistere al rientro del gruppo di Van Aert.
Entra nel velodromo di Roubaix proprio mentre Colbrelli regola Vermeersch e VdP in volata, arrivando alla fine quarto.
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