È iniziato il percorso verso la creazione di un Presidio Slow Food dedicato alle varietà antiche di mele del Trentino. L’associazione Slow Food ha infatti chiamato a raccolta produttori e ricercatori per costituire un tavolo di lavoro attraverso il quale definire, in modo partecipato, questo importante progetto.
I Presìdi Slow Food, sono delle produzioni, delle razze animali, delle tecniche di allevamento e di coltivazione che hanno determinate caratteristiche specifiche, prodotti di altissimo livello dal punto di vista organolettico, espressione di una storicità e di una tradizione, realizzati nel rispetto delle buone pratiche agricole quindi del territorio e dell’ambiente e, soprattutto, a rischio di scomparsa perché difficilmente compatibili con l’attuale sistema economico.
Un Presidio dedicato alle mele antiche avrebbe quindi un ruolo particolarmente importante nel comunicare la biodiversità del mondo della mela che spesso viene invece identificata con le pochissime varietà che hanno avuto più fortuna commerciale e che costituiscono quasi una monocultura. Il disciplinare andrà a definire non solo le varietà ma anche le tecniche di coltivazione, le caratteristiche degli impianti, la gestione del suolo, i sistemi di difesa e le modalità di raccolta. Spesso le mele antiche trovano un ottimo impiego nei trasformati che permettono di esaltarne le qualità e le caratteristiche specifiche. I produttori coinvolti realizzano infatti succhi, confetture, distillati e anche sidro, la bevanda alcolica che si ottiene dalla fermentazione delle mele. Sono coinvolti artigiani di tutte le valli della provincia. Conservare e tutelare queste varietà è importantissimo anche da un punto di vista ambientale. Queste mele richiedono meno trattamenti e vivono in armonia con l’ecosistema dove per secoli sono state coltivate contribuendo anche a modellarne il paesaggio.
Attualmente al mondo esistono circa 600 Presìdi Slow Food, in Trentino sono 15: il Botiro di malga del Primiero, il Casolet a latte crudo delle Valli di Sole, Pejo e Rabbi, la ciuiga del Banale, il formaggio di malga del Lagorai, il grano saraceno di Terragnolo, la noce bleggiana, il puzzone di Moena di malga, i formaggi di razza grigio alpina e i formaggi di razza rendena, il Trentingrana di alpeggio, il Vezzena di malga, il Vino Santo Trentino e infine l’olio extravergine di oliva casaliva biologico da piante secolari e il miele di alta montagna. Ognuno di questi Presìdi è un esempio virtuoso di economia locale, riconosciuto a livello internazionale, un vero tesoro per la biodiversità del territorio ma anche attrazioni per un turismo lento e autentico.
Chi fosse interessato a prender parte al processo partecipato può contattare l’associazione Slow Food Trentino.
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