È andato in scena nel pomeriggio di venerdì 24 settembre l’ ultimo appuntamento de I Suoni delle Dolomiti, con l’esibizione di Niccolò Fabi nei pressi del Rifugio Micheluzzi in Val di Fassa, che ha chiuso in bellezza la rassegna capace di coniugare musica e montagna.
Sotto un cielo senza nuvole e un’aria tersa settembrina che ha esaltato i colori di una natura pronta al mutare delle stagioni, un concerto minimale ma intensissimo ha premiato il folto pubblico presente, con una scaletta fatta di classici e novità del cantautore romano, che ha preso il via con “Filosofia agricola”, dall’album “Una somma di piccole cose” in cui lo scorrere del tempo, l’incontro tra una natura incantevole e la ricerca di libertà segnano vari passaggi del brano.
Ad arricchire la performance di Fabi anche Roberto Angelini e Pier Cortese, compagni di un viaggio a ritroso tra alcuni dei suoi brani più recenti, così come tra quelli più noti e amati. Tutti indistintamente caratterizzati da melodie orecchiabili e originali, testi pieni di umanità e interiorità. Cifre stilistiche che hanno reso il cantautore romano uno degli artisti più amati e seguiti del panorama musicale italiano.
Ecco quindi “Una somma di piccole cose”, “E non è”, e ancora “Amori con le ali”, “Ecco”, “Ostinatamente” che hanno poi lasciato il passo a cavalli di battaglia come “Vento d’estate” o “Costruire”, quest’ultima introdotta dal ricordo di quel doloroso 2010 in cui il suo primo incontro con i Suoni lo aiutò “a ritrovare la strada”. In un crescendo di emozione e ritmo, sostenuto dal pubblico con cui ha duettato e che non ha mai fatto mancare il proprio apporto con applausi ritmici, il concerto è proseguito sulle note di “Una buona idea”, “Il negozio di antiquariato” per concludersi in danza con il gran finale di “Lasciarsi un giorno a Roma”.
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