Ci sono vicende umane di cui molto spesso non sappiamo granché, sentite distrattamente al telegiornale, facilmente rimosse e parte ormai di un rumore di fondo che ci tocca ben poco. Tra queste, sicuramente le vicende di milioni di profughi (oltre 60 milioni nel mondo secondo l’UNHCR), spesso abbandonati a loro stessi. Ma in questo ronzio inutile ogni tanto si alza la voce di qualcuno che ci riporta ad una realtà che sarebbe doveroso perlomeno conoscere. E lo fa con il proprio lavoro, la propria testimonianza, la propria vita.
Fessaha Alganesh, dottoressa milanese di origine eritrea, è una di quelle persone che ormai da anni fa la sua parte per cambiare il mondo e dare un futuro a migliaia di persone. La sua missione è assistere, in collaborazione con la ONG Ghandi che opera nel nord dell’Etiopia nei campi profughi della regione del Tigrai, quanti scappano in particolare dal Corno d’Africa, intervenendo anche in situazioni rischiose, trattando con rapitori e predoni, con autorità e forze dell’ordine. Premiata più volte a livello nazionale e internazionale per il suo impegno, la storia di Alganesh è divenuta nel 2018 un docufilm, che ha collezionato 14 premi a livello nazionale e internazionale, realizzato per Aurora Vision dalla nota regista trentina Lia Beltrami.
La notizia di questi giorni è che proprio il titolo “Alganesh – All’orizzonte una speranza” (realizzato anche con il sostegno del Centro Missionario della diocesi di Trento), sbarcherà il prossimo 17 settembre sulla nota piattaforma internazionale Netflix. Si tratta di un notevole riconoscimento, innanzitutto al valore tecnico/artistico del film di Lia Beltrami che – nonostante il taglio dichiaratamente impegnato della pellicola – entra in un circuito che rilancerà ad un vasto pubblico un tema scomodo e d’attualità. Ma anche un riconoscimento alla stessa dott.ssa Alganesh per la sua testimonianza. Evidentemente c’è ancora bisogno di portare sullo schermo storie vere, ma anche storie di speranza, di impegno, di liberazione. C’è forse bisogno ancora di raccontare il bene. Di questi tempi, non è poco.
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