Durante il viaggio di ritorno dalla Corea, intervistato dai giornalisti, Papa Francesco ha parlato dell'Iraq, a proposito dei bombardamenti americani sulle postazioni dell'Isis (i jihadisti che stanno perseguitando cristiani, sciiti, yazidi ed altre minoranze): “In questi casi in cui c’è un’aggressione ingiusta – ha detto Bergoglio – è lecito fermare l’aggressore ingiusto”. Fermare, “non dico bombardare o fare guerra, solo fermare”.
Ai microfoni di radio Trentino inBlu, il biblista don Piero Rattin, parroco di sant'Apollinare noto per il suo impegno per la pace, commenta le parole del Papa. “Da un punto di vista biblico, credo che vadano interpretate nell'ottica dell'intervento per la difesa del povero, dell'oppresso. Non è vero che la bibbia esclude in ogni caso la violenza; la esclude quando si tratta di violenza per tornaconto o al massimo anche per autodifesa. Il vangelo parla chiaro in questo senso. Ma quando si tratta di difendere l'altro, di intervenire a favore del piccolo, del povero, dell'oppresso, la bibbia non lo impedisce, con i metodi con i quali si ritiene opportuno intervenire”.
Tornando all'attualità, lo stesso Papa ha poi spiegato che “occorre valutare i mezzi” con cui fermare l'aggressore ingiusto. Don Rattin, che lo scorso 6 agosto ha guidato la preghiera per la pace promossa dalla diocesi di Trento nella chiesa di San Francesco Saverio, sottolinea questo passaggio: “È importante quello che ha detto Papa Francesco, e cioè che ogni singolo intervento deve essere deciso non da un singolo Paese, da una singola potenza, ma dalle Nazioni Unite. Già questo pone dei criteri abbastanza chiari sul tipo di intervento”.
“La cosa sulla quale tutti sono d'accordo – conclude Rattin -, anche se è la più difficile da realizzare, è bloccare l'invio di armamenti all'Isis, cioè i terroristi, gli islamisti che vogliono instaurare il califfato. Perché in un modo o nell'altro, da parte di tante nazioni, gli armamenti continuano ad arrivare”.
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